L’Associazione Garage 18 è nata pochi giorni dopo lo scoppio della guerra per aiutare i profughi ucraini arrivati in Ticino con beni di prima necessità. Negli ultimi giorni la fondazione ha lanciato diversi appelli per la mancanza di beni alimentari. E oggi, a soli due mesi dalla sua creazione, il presidente Gideon Bough inizia a ragionare su un’azione a lungo termine: “Se qualche persona autoctona ha bisogno di aiuto, anche solo di un cappotto o di un paio di scarpe, noi ci siamo”. Con queste parole Gideon estende l’aiuto anche alle persone della regione più bisognose. “Purtroppo però la popolazione locale che ha bisogno di aiuto fa più fatica a chiedere”, aggiunge.
Per fissare un appuntamento al magazzino, i profughi ucraini devono aver ottenuto lo statuto di protezione S. Attualmente le famiglie che si rivolgono alla fondazione sono ospitate presso i privati e si presentano al capannone del Garage 18 a Bioggio in due o tre membri famigliari.
Il magazzino di Bioggio
Successivamente all’appello lanciato da diverse testate ticinesi, l’associazione Garage 18 negli ultimi giorni ha riscontrato un ulteriore slancio di solidarietà: “Questa mattina un signore mi ha portato alla Lidl per comprare gli alimentari necessari da donare alla nostra associazione”, dichiara il fondatore.
Inizialmente gli aiuti arrivavano principalmente dall’Alto e Basso Malcantone, “ora arrivano aiuti da tutto il Ticino: Airolo, Faido, Sementina e Locarno”. E nei prossimi giorni il capannone riceverà la corrente elettrica gratuitamente che permetterà l’installazione di un frigorifero per immagazzinare altri generi alimentari.
L’appello di oggi, oltre ai beni alimentari, è quello di donare anche qualche soldo da avere in cassa per soddisfare le diverse abitudini alimentari. In particolare, per l’acquisto di patate e grano saraceno.
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