Abbondante e di ottima qualità la produzione di formaggio ticinese quest'anno. Dopo anni di caldo e siccità, le piogge estive hanno garantito erba sempre fresca per gli animali sugli Alpi, ma le sfide per un settore vivo in Ticino sono ancora numerose, a cominciare dalla nuova cantina di invecchiamento a Mezzovico.
Le piogge che hanno caratterizzato l'estate scorsa hanno dato una mano agli alpigiani ticinesi. Sono stati lavorati 4 milioni di litri di latte e prodotte 380 tonnellate di formaggio. Di queste, buona parte (280 tonnellate) hanno il marchio DOP, segno che la qualità continua a essere elevata.
Una strana stagione, dunque, quella passata, che però ha permesso di ottenere un formaggio di ottima qualità: lo ha comunicato domenica l'assemblea della STEA, la società ticinese dell'economia alpestre, con un prodotto che ha raggiunto un punteggio complessivo medio di 19.4 punti su 20. Numerosi i formaggi d'Alpe premiati dalla STEA: due di questi addirittura hanno preso una medaglia ai campionati mondiali di formaggio d'alpe, quello di Ravina e di Pian Laghetto.
Ora si tratta di consolidare ancora di più questa eccellenza con progetti regionali di sviluppo; si attende, a partire già dall'anno prossimo, la nuova cantina di affinamento alla Cetra di Mezzovico, da tre anni oggetto di un progetto pilota.
Un settore quello dell'economia alpestre ancora ben vivo in Ticino, sostenuto dalla politica sia cantonale che nazionale e che vede anche alcuni giovani "coraggiosi" continuare la tradizione. Una base solida che sta dando ottimi risultati e che ha tutti i presupposti per consolidarsi ancora meglio.