Le acque ticinesi da fine giugno ha già provocato la morte di quattro persone. Una è inoltre ancora data per dispersa. Numeri che preoccupano e che ancora un volta fungono da monito, perché laghi, fiumi e piscine sono sì una fonte di refrigerio, ma non vanno sottovalutati, perché possono diventare letali. Non a caso lo slogan della campagna di prevenzione di Acque Sicure recita "basta un attimo, la prudenza fa la differenza".
Le cifre di queste ultime due settimane non hanno lasciato indifferente Boris Donda, presidente della Commissione della campagna di prevenzione: "Per noi non sono numeri normali, in 11 giorni abbiamo avuto questi cinque incidenti mortali, sono tanti. Questi numeri in determinati anni si hanno sull'arco di tutta la stagione".
Gli annegamenti, anche a livello nazionale (46 in totale nel 2020), riguardano soprattutto i più giovani: "Abbiamo una percentuale più alta dai 15 ai 29 anni e di sesso maschile". Nei punti più pericolosi, come a Ponte Brolla, non si arriverà a vietare la balneazione per contrastare questo andazzo: "Non rientra nei nostri intenti. In due punti critici, come a Lavertezzo e Ponte Brolla, sono presenti da 15 anni dei pattugliatori per informare i locali e i turisti delle particolarità dei luoghi.
Cinque annegamenti in dieci giorni
Il Quotidiano 12.07.2021, 21:30