Il caso Argo 1 — legato alla gestione della sicurezza nei centri per richiedenti l’asilo — è alle battute finali: la commissione parlamentare d'inchiesta, infatti, ha consegnato mercoledì (dopo un anno e tre mesi di lavori) il rapporto che ripercorre, in 132 pagine, la vicenda che ha segnato metà legislatura. I commissari evidenziano lacune e carenze a più livelli dell'amministrazione ticinese.
ARGO1, le conclusioni politiche
Altri Programmi 06.02.2019, 20:00
Il gruppo era incaricato di verificare "le responsabilità politiche e operative del Consiglio di Stato, dei Dipartimento e dei servizi coinvolti non solo nell'assegnazione del mandato milionario diretto assegnato all'agenzia di sicurezza, ma anche nell'intera gestione del settore dell'asilo".
Un passaggio, poi, evidenzia un quadro "preoccupante e desolante": il settore era gestito "con accordi telefonici e per e-mail. Un modo di fare disordinato che ha complicato anche il lavoro di indagine".
Le maggiori responsabilità sono attribuite a Claudio Blotti, allora capo divisione dell'azione sociale e delle famiglie. L'artefice è, sempre secondo il documento, Renauto Scheurer — allora capo dell'ufficio del sostegno sociale e dell'inserimento — che ha gestito con approssimazione tutta la questione e ha fatto affermazioni poi ritrattate. La commissione non risparmia critiche neppure a Renato Bernasconi, prima capo del servizio finanze e poi successore di Blotti e neppure il consigliere di Stato Paolo Beltraminelli, reo di un eccesso di fiducia.
Il rapporto finale della Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Argo 1 sarà al centro della puntata di Modem in onda giovedì mattina alle 8.20 su Rete Uno.