Autorizzati a lavorare - in deroga al divieto - per attività non procrastinabili. Da lunedi è concesso ad alcune decine di industrie in Ticino. Tra queste c’è anche lo stabilimento della Casram, dove si producono componenti di vario tipo per l'industria aeronautica, medicale, ferroviaria e delle centrali elettriche. Verificate le urgenze e formalizzata la richiesta, due ore dopo la richiesta dallo Stato maggiore di condotta è arrivato il via libera.
Pochi giorni soltanto, da martedì a sabato. Pochi operai, il 20% della settantina che lavorano alle macchine dello stabilimento di Mezzovico. Eppure questa mini-ripresa dell’attività si rivela una boccata di ossigeno per l'azienda, spiega il direttore Franco Puffi, felice di non perdere la relazione con un grosso cliente. "Uno degli aspetti più importanti - spiega - in vista della ripresa".
E poi, con la produzione ferma, c'è il rischio di pagar penali e quello di non poter continuare a fornire pezzi di ricambio indispensabili ai contatti elettrici delle locomotive o di bloccare, in un altro caso, tutta una filiera produttiva. "Ma badi bene - aggiunge il direttore di Casram - quello che facciamo adesso può essere considerato alla stregua di una cura palliativa, senza un graduale ritorno alla normalità, per noi ed altri, non ci sono prospettive. Se a giugno non si riparte dovremo intervenire in altro modo."