Rimane problematico, in Ticino, il quadro complessivo delle successioni aziendali. A evidenziarlo sono i risultati di un'inchiesta presentata oggi, lunedì, e realizzata dal Gruppo Multi SA in collaborazione con la Camera di commercio, dell'industria e dell'artigianato (Cc-Ti), BancaStato e l'Associazione ticinese delle imprese famigliari.
Lo studio, 10 anni dopo una prima analisi effettuata in materia, mostra vari aspetti destinati a far riflettere. Ad aver già definito modalità di trasmissione, e avviato le prime fasi del processo, è infatti solo il 25% delle imprese del campione sotto esame, che dovranno affrontare una successione nel prossimo decennio. Inoltre, non si è nemmeno arrivati ad una fase pianificatoria nel 70% di quelle aziende chiamate ad affrontare tale processo entro i prossimi 2 anni.
Sia la proprietà che la direzione vengono quindi mantenute in ambito famigliare, nel 50% dei casi di trasmissioni già definite. Ma il dato corrisponde ad un calo rispetto a quello rilevato nell'inchiesta del 2012, da cui era invece emersa una quota del 65%.
Ad attestare problemi è un altro aspetto che concerne le ditte con un orizzonte successorio entro il decennio, che ancora non hanno definito il passaggio di testimone: il 51% non dispone di successori nell'ambito della famiglia; è quindi il 70% a non disporre di possibili successori nemmeno all'interno della stessa azienda.
Le conclusioni dell'inchiesta sottolineano che, nel cantone, ancora molte imprese arrivano in genere troppo tardi alla scadenza della successione aziendale. Le motivazioni non sono tanto dovute ad una sottovalutazione del problema, quanto a vere e proprie indisponibilità di successori nelle famiglie e in seno alle aziende. Sovente, poi, il processo viene inizialmente sottostimato per quanto attiene alla necessaria consulenza.
Il Cantone: "Ecco gli strumenti a disposizione"
Il momento della trasmissione aziendale può rappresentare anche un'opportunità per l'innovazione. A dirlo è Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell'economia che parla di "diversi strumenti a disposizione delle imprese". Oltre appunto alla Legge per l'innovazione economica di cui possono beneficiare anche le aziende più piccole, il capodivisione cita il servizio interdipartimentale "Fondounimpresa". "Ma lo strumento forse più importante di tutti - sottolinea - è quello del finanziamento. Il nostro asso nella manica è la Cooperativa di fideiussione Sud che ci permette di agevolare soluzioni finanziarie con il coinvolgimento delle banche. Il tutto per favorire l'operazione di trasmissione".
Da padre in figlio: "Insieme ci completiamo"
Giuseppe e Michele Cassano, padre e figlio, due generazioni che si passano il testimone per continuare a far vivere l'azienda di famiglia. Michele ha lavorato per una decina di anni come direttore operativo in un istituto finanziario oltre San Gottardo. Ma un giorno è arrivata la chiamata. "Devo dire che è stato un percorso molto ponderato" racconta alla RSI il giovane imprenditore. "Michele si occupa di tutta la direzione e io, finché avrò la salute, lo affianco con le relazioni, i clienti e la parte tecnica. Come padre e imprenditore penso che senza questo passaggio un'azienda muore. In questa operazione la cosa più importante, secondo me, è la fiducia reciproca". La conduzione intergenerazionale presenta anche dei vantaggi. "Io probabilmente faccio più fatica - dice Michele - a capire le esigenze di un cliente che ha 60 anni, mio papà a comprendere le esigenze di un trentenne". Insomma, insieme si completano.

Imprese familiari a rischio successione
Il Quotidiano 21.11.2022, 20:00