La Santa Chiara non ha fatto il miracolo a livello di costi, che sono cresciuti, ma la fusione della Moncucco di Lugano con la clinica di Locarno ha portato a un aumento significativo nella presa a carico.
Sono i due aspetti che emergono dal bilancio 2023 del Gruppo Ospedaliero Moncucco (GOM) presentato venerdì in conferenza stampa. I numeri dicono che la nuova entità sanitaria ha registrato rispetto al 2022 un aumento di circa il 7% di pazienti ricoverati, con oltre 10’000 persone curate nei reparti di degenza. A crescere in modo molto marcato è stato anche il numero di pazienti seguiti in regime ambulatoriale, cioè senza un ricovero, aumentato rispetto all’anno precedente di oltre il 16%. L’andamento sottolinea, secondo la dirigenza, “come le due cliniche del Gruppo riescano oggi a rispondere ai bisogni della popolazione ticinese, offrendo prestazioni di qualità”.
Oltre ai servizi di pronto soccorso, aperti 24 ore su 24 e presenti in entrambe le sedi, i pazienti possono accedere in regime ambulatoriale all’intera offerta di cure sia a Moncucco che alla Santa Chiara. Merito anche, secondo il vertice, “della mobilità garantita dai curanti, che nel 2023 hanno fatto un importante sforzo per garantire la loro presenza nelle due regioni del Cantone”.
Le collaborazioni avviate tra le due sedi e l’integrazione di alcuni nuovi specialisti ha permesso, come ha sottolineato il direttore Christian Camponovo, “di rafforzare settori quali la chirurgia della colonna vertebrale, l’urologia, la chirurgia viscerale, la geriatria e la senologia. Anche la ginecologia ha conosciuto importati cambiamenti a Locarno, grazie alla collaborazione con l’EOC che si sta dimostrando un’ottima soluzione per tutti”.
Le note dolenti sono quelle finanziarie, ma il dolore è anestetizzato dal fatto che altrove stanno peggio: “Il risultato economico del 2023 è meno soddisfacente rispetto a quello degli ultimi anni - rileva il GOM - , anche se un confronto con quanto registrato in molti istituti sanitari svizzeri permette di guardare al paeggio dei conti con una certa soddisfazione”. Più pazienti da un lato, ma anche costi accresciuti. Le cause? “Il rincaro registrato nel 2022 e 2023, l’introduzione di un nuovo contratto collettivo di lavoro, con salari più attrattivi, l’aumento del personale impiegato e i costi di fusione tra le due società hanno comportato un importante aumento dei costi, compensato solo in parte dall’aumento del fatturato e questo anche a causa del contratto di prestazione con il Cantone, che ci ha penalizzato in modo abbastanza importante lo scorso anno”.
Dopo la pandemia, ha detto il presidente del CdA Mauro Dell’Ambrogio, non si può parlare di ritorno alla normalità, perché le sfide non mancano: “Il Gruppo continua a investire, in infrastrutture, ma anche e soprattutto nel capitale umano, per offrire alla popolazione ticinese il meglio a costi contenuti”.
RG 12.30 del 02.05.2024: Il servizio di Anna Maria Nunzi sull’ospedale di Wetzikon
RSI Info 02.05.2024, 11:48
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