Dopo la sfida lanciata giovedì dal liberale-radicale Simone Gianini al socialista Mario Branda (il più votato domenica scorsa) per la poltrona di sindaco di Bellinzona, tocca adesso ai partiti, o meglio alle sezioni bellinzonesi, definire come schierarsi e quale indicazione dare alla loro base elettorale in vista del voto del 16 maggio.
L'ufficio presidenziale del PPD si è già riunito venerdì e ha preso una decisione, conferma la presidente Sara Gianoni Pedroni, ma si tratta di un preavviso che non intende svelare, perché la competenza in base allo statuto spetta al comitato di sezione. Non sarà necessariamente decisiva la preferenza data a Branda dall'elettorato PPD, che gli aveva attribuito il 18 aprile oltre 200 voti in più di quelli andati a Gianini.
Anche Lega e UDC potrebbero fungere da ago della bilancia e in questo caso il panachage aveva premiato domenica i due sfidanti in maniera simile. Il da farsi sarà discusso a inizio settimana. Simone Orlandi dell'UDC non esclude che si dia libertà di voto, mentre il leghista Sacha Gobbi ribadisce che nulla è deciso, ma a titolo personale sembra preferire Branda che nello scorso quadriennio "ci ha messo la faccia in prima persona e ora come ringraziamento viene portato al ballottaggio dai suoi amici del PLR (...) che dove ci sono stati problemi erano coinvolti più spesso".
I Verdi avvieranno la discussione solo domenica sera e quindi anche quella di Ronnie David va presa come una posizione personale, sebbene molto chiara: Mario Branda è "molto più vicino alle nostre posizioni" e Simone Gianini "non è un candidato votabile".
Il panachage il 18 aprile
Se i voti pescati da altri partiti o liste il 18 aprile sono un'indicazione affidabile, Branda sembra favorito: i suoi furono infatti 4'824, contro i 2'963 di Gianini. Tuttavia, il nome dell'uscente è stato scelto oltre 1'200 volte da un elettorale liberale-radicale, mentre Gianini ha avuto solo circa 400 simpatizzanti a sinistra. A fare la differenza potrebbero quindi anche essere coloro che optarono per la scheda senza intestazione e anche in quel caso Branda era nettamente in vantaggio.