Con una manifestazione in Piazza del Sole ed un momento di raccoglimento la comunità bosniaca ha commemorato oggi (sabato 8) l’anniversario del genocidio di Srebrenica, in Bosnia Erzegovina, dove l’11 luglio del 1995 vennero trucidate 8372 persone dopo la caduta della città nelle mani delle forze serbe.
Sessantadue persone sono state condannate dal Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia, che ha sancito come quello di Srebrenica non sia stato un “semplice” massacro ma un genocidio, ovvero il tentativo di cancellare in tutto o in parte una comunità dal territorio in cui vive.
L’evento è ricordato in numerose città europee e ovviamente soprattutto in Bosnia dove oggi ha preso il via una marcia che terminerà l’11 luglio proprio a Srebrenica.
La cittadina fa oggi parte della Republika Srpska, l’entità a maggioranza serba della Bosnia Erzegovina. Due anni fa il parlamento della RS ha approvato una controversa legge che respinge la definizione di genocidio. L’alto rappresentante della comunità internazionale in Bosnia ha imposto a tutto il paese il divieto di negazionismo, ma tale divieto viene regolarmente disatteso nella metà serba.