La semiteca è uno spazio dove lasciare liberamente semi biologici autoprodotti e prendere quelli lasciati da altri. Un'iniziativa partita questa primavera in Ticino, grazie a diverse persone, tra le quali Stephanie Rauer, una progettista in permacultura (l'insieme di pratiche che volgono a progettare e gestire paesaggi abitati con ecosistemi naturali che si autoperpetuano e che possono soddisfare i bisogni della popolazione: cibo, fibre ed energia NDR). Attraverso le semiteche (dopo Locarno, ne sono nate altre tre a Lugano e dintorni, e un'altra a Mendrisio è in arrivo) si vuole promuovere la biodiversità nel contesto urbano e una comunità di scambio e condivisione.
I semi devono essere autoprodotti in modo biologico, non devono essere comprati, devono essere sani, maturi, asciutti, messi in un barattolo ed etichettati. "Così sappiamo che è un seme già cresciuto sul posto ed è più adatto al clima che abbiamo", dice Stephanie Rauer. "Io trovo che ci vorrebbe una semiteca in ogni quartiere, in ogni città, perché se devo cercarmi semi andando a prenderli è già uno spreco di energia".
Semi di ortaggi, ma anche di fiori, al fine di favorire la biodiversità in ambito urbano, non solo per gli umani, ma anche per gli insetti e gli altri animali.Se qualcuno volesse aprire una semiteca nel proprio quartiere può chiedere informazioni su Instagram a semiteca.Ticino o all'indirizzo semiteca.Locarno@gmail.com