L’inverno che ci stiamo lasciando alle spalle è stato il secondo più caldo dall’inizio delle misurazioni. Il mese di febbraio ha avuto addirittura uno scarto positivo di 1,9 - 2.5 gradi. Aumentano le temperature, ma non le precipitazioni. Al sud delle Alpi dicembre è stato molto avaro di pioggia con solo il 20-50% della norma 1981‒2010.
Spesso e volentieri ci si abbandona compiaciuti al tepore di inverni così miti, ma questo caldo è come la frutta o la verdura fuori stagione: ha un prezzo. Un prezzo piuttosto alto.
Tanto per cominciare, come rilevano i meteorologi di LocarnoMonti: “Scarti di temperatura simili a quelli di questo periodo, proiettati su un mese di luglio o agosto sarebbero tutt’altro che piacevoli. Ne sanno qualche cosa gli australiani che hanno subito le più gravi ondate di caldo con il gennaio più bollente mai misurato, e da loro è estate, si parla di massime ben oltre i 40 gradi".
"La fregatura del nostra clima è che quanto facciamo oggi, nel bene o nel male, lo risentiremo solo fra diverse decine di anni, quindi o pensiamo di far del bene alle prossime generazioni o ci godiamo il momento, o come spesso accade diamo la colpa agli altri”, aggiungono gli esperti. A noi la scelta.