Il futuro delle "Capanne Alpine" passa anche da uno studio ticinese che ha già ottenuto il primo importante risultato di creare un tavolo di lavoro per coordinare un settore tutt’altro che trascurabile. Basti pensare che tra la settantina di capanne e gli 80 rifugi, si sono visti circa 60 mila pernottamenti e registrati altrettanti pasti serviti.
L’analisi non ha come scopo solo garantire la sopravvivenza ma anche lo sviluppo settore. Per Stefano Rizzi, direttore della divisione economia, i dati precisi rilevato dallo studio sono importanti perché permettono di ottimizzare aiuti e finanziamenti, con contributi mirati all’interno di una strategia cantonale.
Permangono tuttavia delle preoccupazioni in capo alla promozione di questi luoghi per il calo degli ospiti indigeni, come confermato dal presidente del CAS Ticino, Giovanni Galli. Secondo lui bisogna riportare i ticinesi in capanna, lavorando già a livello scolastico, con la gioventù, per far conoscere da subito capanne, parchi, rifugi, riserve o mete alpinistiche.
CSI/sdr
Dal Quotidiano:
29.07.2016: Le capanne cambiano