Gli interrogatori delle persone vicine al giovane accusato di aver assassinato la nonna, venerdì scorso a Caslano, proseguono. L'autopsia è conclusa ma la dinamica dell'incidente non è ancora del tutto chiarita. Per il momento si sa solo che il 23enne ha colpito l'anziana alla testa e poi ha appiccato il fuoco. Intanto in paese lo sconforto è grande.
In municipio la bandiera è a mezz'asta, il comune è in lutto. Per la perdita di una concittadina nota e benvoluta. E poi all'indomani della conferma da parte della polizia sulla colpevolezza del nipote c'è lo sconforto, per un gesto che nessuno avrebbe immaginato. "Personalmente non sapevo dell'esistenza di questo nipote - spiega il sindaco di Caslano, Emilio Taiana -. Si sapeva che frequentava sua nonna, che a volte hanno avuto anche delle discussioni, ma son cose che io ho scoperto in questi tre giorni. Però dalla discussione a quello che è capitato... ce ne passa".
Anche alcune persone che frequantavano la signora confermano che ogni tanto c'erano dei problemi ma anche che al nipote era molto legata.
Il ragazzo - lo ricordiamo era giunto in paese poco più di 3 anni fa. I genitori abitano nel canton Argovia. Per un periodo aveva lavorato presso l'OTAF, ma poi non ci era più andato. Riceveva una rendita di invalidità al 100% per un deficit mentale riscontrato già da piccolo.
Il giovane in paese viene descritto come un ragazzo riservato, dopo aver vissuto con la nonna, da meno di un anno si era trasferito in una palazzina poco distante. Passava la maggior parte della serate in casa, a giocare con videogiochi, racconta un vicino di appartamento. Tanto che alcuni si lamentavano per il rumore fino a notte fonda.
Chi lo conosceva bene non vuole parlare al microfono ma fatica a credere a quanto accaduto, eppure le prove sarebbero schiaccianti. Il giovane - lo ricordiamo - ha già ammesso i fatti. Il movente invece non è ancora stato chiarito. Intanto gli interrogatori alle persone della sua cerchia di amici e famigliari proseguono.
CSI/FrCa/M. Ang.