Caso Argo 1, parla Dadò

Fiorenzo Dadò ieri lei mi ha detto che è un libero cittadino e che non è un funzionario pubblico. Ha però un ruolo politico di spicco; non crede che ci sia stato un problema di opportunità con questa vicenda di Bormio?

Nel 2014, quindi tre anni fa, non avevo nessun ruolo particolare di spicco. ARGO1 era una ditta qualunque e nessuno sapeva quello che oggi sappiamo. Oggi è chiaro: alla luce dei fatti nessuno prenderebbe neanche un caffè da questa ditta o da questi signori.

Secondo lei è normale che chi riceve un mandato riserva un albergo per un funzionario o una funzionaria dell’amministrazione?

Premetto che la funzionaria non è una dirigente, non ha dato nessun mandato e non ha nessun potere decisionale, ma è tenuta a eseguire quello che gli dicono i suoi superiori. Tuttavia va detta una cosa: la funzionaria in questione era mia ospite. Le fatture le ho pagate io e c’è stato unicamente questo condono o regalo di due cene.

Quando si è accorto dell’omaggio di questi 150 euro cosa ha pensato?

Ho pensato che era una forma di cortesia alla mia compagna da parte di un suo collaboratore professionale.

Perché non ha mai detto della sua conoscenza con Sansonetti?

Io non ho mai né incontrato né conosciuto Sansonetti.

Perché inizialmente ha deciso di partecipare alla Sottocommissione parlamentare anche se poteva sorgere un conflitto di interessi visto il settore in cui lavora la sua compagna?

La Sottocommissione era stata istituita per la questione dei permessi falsi successivamente è stata aggiunta la questione di Argo e a quel momento io ho lasciato giustamente il posto a Fabio Bacchetta-Cattori.

Avrebbe lasciato se Pronzini non ne avesse fatto un po' richiesta…

Certamente l’avrei lasciato, se questo era una discussione all’interno della Commissione.

Fiorenzo Dadò, vedo che ha in mano dei fogli; cosa sono?

Sono tutte le fatture che ho pagato. Se qualcuno vuole venire nel mio ufficio a vederle è il benvenuto.

CSI/Red. MM

17.09.2017: Dadò a Bormio, "solo un gesto di cortesia"