Non solo il titolare della Argo 1, sotto inchiesta è finito anche l’amministratore unico dell’agenzia privata a cui il canton Ticino aveva affidato la sicurezza in tre centri per richiedenti l’asilo (Peccia, Camorino e Lumino).
I reati imputatigli sono una parte degli addebiti mossi al 36enne, scarcerato nei giorni scorsi, e riguardano essenzialmente la gestione del personale. Irregolarità che tuttavia – ed è la seconda novità – sono risultate meno gravi di quanto ipotizzato in prima battuta.
Nessun taglieggiamento dei salari. In nero venivano pagati solo (per modo di dire) gli straordinari; le ore non contemplate cioè nei rispettivi contratti. L’accusa più grave, l’usura, è quindi destinata a cadere. Così come per entrambi gli indagati cadrà il reato di esposizione a pericolo della vita altrui, legato al caso di tubercolosi riscontrato a Peccia. La Argo 1 – hanno stabilito gli inquirenti – ha agito in maniera corretta, rispettando le procedure e la tempistica previste.
Il procedimento penale è comunque lungi dall’essere chiuso. Per esaminare meglio gli aspetti legati all’agenzia, la procuratrice pubblica Margherita Lanzillo ha deciso di coinvolgere pure la REF, la sezione della polizia specializzata nei reati economico-finanziaria. Gli esperti passeranno la Argo 1 al setaccio: contabilità, bilanci e flussi di denaro.
Quot/bin
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