Oramai è un romanzo a puntate, anzi epistolare. Dopo una prima risposta inviata ai deputati della Commissione della gestione e delle finanze, il Consiglio di Stato ticinese ha riscritto ai commissari sul forfait concesso all’ex Cancelliere dello Stato, Giampiero Gianella.
La lettera del Consiglio di Stato ticinese
Dopo la lettera a stretto giro di posta in cui si ammetteva che Gianella aveva intascato mille franchi annui in più tra il 1999 e il 2011 rispetto a quanto stabilito con una nota a protocollo, l’Esecutivo ha riscritto venerdì scorso ammettendo di aver “tralasciato di aver risposto compiutamente” per chiosare che già in risposta all’interrogazione di Raoul Ghisletta (PS) il 4.10.1999 era “noto al vostro Consiglio che l’importo forfait per il Cancelliere ammontava a fr. 6’000.-“ (e non fr. 5'000).
Oggi, lunedì, l’ennesimo colpo di scena in questa vicenda che aveva portato i deputati della Commissione a segnalare i rimborsi in più al Ministero pubblico. Ennesima novità ed ennesima lettera. Il Governo, infatti, ha segnalato ai granconsiglieri di aver scovato un’ulteriore nota a protocollo “decisa nella seduta governativa del 26 maggio 1999”. Una nota in cui l’Esecutivo decise di adeguare il forfait a 6'000 franchi solo nove giorni dopo la prima decisione di un rimborso di 5'000 franchi.
Tutto chiarito? Non proprio… perché nel frattempo la Magistratura è stata allarmata e da una settimana è tornato a tenere banco il caso “Rimborsi Gianella”. “Svista o menzogna?”, ci si interrogava negli scorsi giorni e oggi, dopo l’assunzione della responsabilità politica datata 1999, il Governo nella sua lettera termina scusandosi con un laconico “Ci spiace aver trovato [la nota] solo ora, ma non ve n’era traccia”…
I rimborsi dell'ex Cancelliere
Il Quotidiano 05.12.2018, 20:00