I castelli di Bellinzona come le piramidi d'Egitto e la muraglia cinese. Così, il 30 novembre del 2000 venne accolta la notizia arrivata dall'Australia del riconoscimento a patrimonio dell'umanità. Allora era il quarto sito nella Confederazione a entrare nella lista dell'UNESCO e il primo per la Svizzera italiana. Domani, a 20 anni di distanza, il Municipio cittadino stanzierà il primo credito per il piano di rilancio.
A portare in mano questa candidatura dall'altro capo del mondo fu l'allora presidente del Comitato nazionale UNESCO Svizzera, Francesca Gemnetti, che ricorda come questa attestazione contribuì a far conoscere questo bene anche agli svizzeri. Claudia Maspoli, guida turistica che allora ha visto affiggere il marchio, racconta come sia cambiato tanto da allora: "Di colpo tutto il mondo ha saputo di questo importante riconoscimento e da allora arrivano persone da ovunque. È diventato internazionale".
Ma il margine di crescita in termini turistici è ancora ampio. "Molto è stato fatto sul piano della promozione e valorizzazione. Però è anche vero che il potenziale di questo monumento non è ancora esaurito", spiega il sindaco Mario Branda. La Città, adesso in prima linea e pronta a investire, licenzierà domani il messaggio di progettazione da quasi 2 milioni di franchi. Il primo passo che in circa 12-18 mesi dovrà portare ai dettagli del rilancio. Tra le altre cose, si punterà su tecnologia e realtà virtuale.
Oggi in Svizzera i beni patrimonio UNESCO sono 12. In Ticino, oltre ai castelli di Bellinzona c'è il Monte San Giorgio, mentre nella lista di quelli immateriali c'è la settimana Santa di Mendrisio.