Pagare gli stipendi in euro è possibile, a patto che venga applicato un tasso di cambio corretto. Anche il Tribunale d’Appello dà ragione all’OCST, che si era battuta contro la pratica di un’azienda luganese, che versava i salari adottando un tasso di cambio fissato arbitrariamente.
Il sindacato era insorto contro questo modo di agire, chiamando in causa la ditta, che a sua discolpa aveva invocato “difficoltà di mercato”, dovute all’elevato apprezzamento del franco. In concomitanza con l’impennata del franco nel 2011, l’azienda aveva iniziato a convertire le buste paga dei frontalieri applicando un cambio di 1,42, quando il tasso si attestava attorno all’1,20.
Già condannata in prima istanza di giudizio a versare la differenza, la ditta ha interposto reclamo al Tribunale d’Appello, che ha dato ragione nuovamente alle parti sociali. Per il Tribunale, “il pagamento del salario in un’altra moneta andrebbe fatto al corso del giorno della scadenza” e non sulla base di medie riferite a periodi di lunga durata. “Non spetta al lavoratore - ma al datore di lavoro - sopportare il rischio d’esercizio dell’impresa dovuto alla variazione dei cambi della moneta”.
RED. MM/bin
CSI 18.00 del 03/0/2014 Il servizio di Veronica Alippi
RSI New Articles 03.06.2014, 20:01
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