Il Municipio di Locarno contesta la decisione della Posta di trasformare l’ufficio di via Franzoni 69 a Solduno in uno sportello postale. Per farlo si appellerà alla Postcom, ovvero la Commissione federale della Posta.
“La motivazione principale è che consideriamo Solduno un quartiere molto importante. – dichiara al Quotidiano della RSI il municipale Mauro Silacci –. Si pensi che è un quartiere di circa 2’500 abitanti. Se aggiungiamo il quartiere di Ponte Brolla – Vattagne e quello di Campagna arriviamo a 5’000 abitanti. È quindi un quartiere popoloso ed è anche in piena espansione”.
L’ufficio verrà però solo spostato all’interno di un supermercato, non verrà smantellato. “Uno sportello postale all’interno di un supermercato comunque delle lacune le porta”, replica Silacci, che sottolinea: “non è come avere un ufficio postale tradizionale”.
La possibilità di rivolgersi alla Postcom è prevista dalla legge, qualora Posta e Comune non riuscissero a trovare un consenso.
E questo - secondo quanto dichiarato mercoledì ai microfoni del Quotidiano dall’amministratore delegato Roberto Cirillo - è stato raggiunto per la metà degli uffici postali ticinesi toccati dal piano di trasformazione della Posta, in totale venti.
“Siamo in contatto con la metà circa dei Municipi che sono toccati da queste chiusure degli uffici postali e ci hanno garantito che faranno di tutto per opporsi alla chiusura. – dichiara Marco Forte, responsabile regionale di Syndicom – Immaginiamo che l’altra parte si sia rassegnata, visto che attualmente la chiusura si può ritardare ma non impedire”.
Fino a quando la Commissione non ha rilasciato la sua raccomandazione, infatti, la Posta non può attuare la sua decisione. Sul personale, la Posta ha fornito delle rassicurazioni: non ci saranno licenziamenti.
“Siamo riusciti a livello regionale a concordare un pre-pensionamento, diversi collaboratori hanno aderito a questo piano - spiega Forte -. Evidentemente più uffici chiuderanno in un lasso di tempo ristretto, più sarà difficile gestire questi esuberi”.