Il buco creato dai responsabili della Coexsu, la società di Cassarate finita in aprile nel mirino della magistratura, continua a crescere. Le stime iniziali parlavano di circa un milione di euro. Ma in realtà i soldi spillati attraverso la finanziaria luganese, e letteralmente spariti nel nulla, sono molti di più. L’ammanco è salito infatti a oltre un milione e mezzo, e con ogni probabilità aumenterà ancora.
Più di trenta i clienti danneggiati. Piccoli imprenditori italiani, ai quali la Coexsu prometteva di trovare i finanziamenti di cui necessitavano. Il tutto dietro il pagamento di cospicui acconti, che prendevano poi ben altra strada. Una parte finiva nelle tasche del proprietario della società e del suo amministratore unico, da anni attivo come fiduciario senza avere la necessaria autorizzazione. Il resto serviva a tacitare chi, tra i gabbati, reclamava il denaro con particolare insistenza.
I tre indagati sono tuttora in carcere. Si tratta dei due cittadini italiani e il contabile della Coexsu, ticinese, che secondo gli inquirenti avrebbe dovuto quantomeno dubitare del raggiro in atto. L’inchiesta è coordinata dal procuratore pubblico Andrea Maria Balerna.
Francesco Lepori
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