"Personalmente mi sentivo a disagio, cioè nel senso mi rendevo conto che fosse una cosa … cioè io come tutti … che fosse una cosa assolutamente sbagliata, perché era evidente la presa in giro, che era una truffa! Perché se tu vai su un posto di lavoro, dovresti lavorare, non ti dovresti nascondere, perché non stai facendo nulla!”. Sono parole di un ex operaio di Sublimity, azienda che prestava personale interinale a Belfor Ticino, specializzata nel risanamento post sinistri come incendi, allagamenti e inquinamenti. Il luogo è l’Ospedale San Giovanni di Bellinzona, dove il 30 gennaio 2017 era divampato un principio di incendio. L’operaio, che ha svolto il turno di notte per cinque settimane, racconta come lui e suoi colleghi dovessero prolungare i lavori senza ragione. Sostiene che dopo due settimane di attività l’opera di risanamento era praticamente conclusa. Il cantiere è durato invece tre mesi e la fattura complessiva per una compagnia assicurativa è stata di quasi tre milioni di franchi.
“Ad un certo punto ci hanno fatti nascondere nei locali tecnici dell’ospedale e c’era gente che dormiva sui tubi della ventilazione, usando gli stracci per le pulizie per dormire… insomma, usati come cuscino. E si saltava fuori solamente per le pause, il resto del tempo dovevamo stare nascosti.”
Una versione quella descritta, confermata anche da altri ex operai che nel cantiere dell’ospedale hanno lavorato più tempo.
Quello documentato è un capitolo nuovo scovato da Falò, grazie ai racconti degli ex operai di Sublimity. I fatti descritti vanno ad aggiungersi ai casi emersi nell’ampia inchiesta del Ministero pubblico del Canton Ticino che riguarda una colossale truffa ai danni delle compagnie assicurative. L’Ente Ospedaliero cantonale alcuni giorni fa si è costituito come accusatore privato (vd .correlati).
In generale, dell’ampia inchiesta aveva anticipato la notizia a inizio giugno “il Quotidiano”. Falò, oltre a trovare nuovi casi e nuovi elementi, sui quali sta indagando ora la magistratura, ha anche proposto alcune testimonianze.
Truffa alla Belfor, licenziato il dipendente della Logistica
Il Quotidiano 12.06.2023, 19:00
Truffa, appropriazione indebita e corruzione tra privati: questi i reati ipotizzati al momento dal Ministero pubblico. In questa vicenda Belfor svizzera si ritiene parte lesa, sta collaborando con gli inquirenti e si è costituita accusatrice privata. Anche alcune compagnie assicurative si ritengono danneggiate e si sono costituite parte civile.
Le persone indagate sono oltre una ventina. Tra queste due fratelli, ex dirigenti attivi nella succursale di Belfor Ticino a Lumino e azionisti di Sublimity, alcuni ispettori sinistri delle compagnie assicurative, un consulente esterno indipendente e un funzionario della sezione della Logistica del Canton Ticino.
I presunti illeciti sarebbero avvenuti per almeno dieci anni. L’obiettivo? Garantire e fatturare lavori, in parte inesistenti, e gonfiare le fatture ai danni delle compagnie assicurative e della stessa Belfor. Per fare questo spesso sui cantieri, Sublimity avrebbe segnato più operai di quelli che realmente erano presenti per svolgere i lavori. I due ex dirigenti di Belfor Ticino avrebbero corrotto alcuni ispettori sinistri di alcune compagnie assicurative, attraverso prestazioni in natura, regali ma anche mediante delle vere e proprie mazzette in contanti.
I legali dei due fratelli ex dirigenti di Belfor Ticino, contattati da Falò, non ritengono opportuno esprimersi sulla posizione dei loro clienti, essendo l’inchiesta in corso. Si limitano ad affermare che i loro assistiti stanno collaborando con gli inquirenti per chiarire i fatti.
Un secondo filone di inchiesta
In un secondo filone dell’inchiesta penale, come già aveva riferito nel corso dell’estate “il Quotidiano”, è indagato anche un ormai ex funzionario della Sezione della Logistica del Canton Ticino. L’uomo, in cambio di compensi illeciti, avrebbe favorito Belfor e altre due ditte ticinesi nell’attribuzione di lavori pubblici. Finito in carcere preventivo e poi rilasciato, non aveva ruoli dirigenziali ed è stato licenziato. Prima di lavorare per il Cantone, era un dipendente di Belfor Ticino. Nel servizio di Falò si chiariscono meglio i contorni: l’ex funzionario non avrebbe favorito soltanto la sua ex azienda nei lavori pubblici. Nel corso di soli due anni di attività nell’amministrazione pubblica avrebbe infatti intascato illecitamente da tre diverse ditte circa sessantamila franchi.
Intanto, l’inchiesta condotta dalla procuratrice pubblica Chiara Borelli si allarga. Fino a sentenza definitiva vale sempre la presunzione di innocenza per tutti gli indagati, certo è che da almeno un decennio fra gli operai i sospetti di comportamenti illeciti non mancavano.