È passato un anno dall’ultima manifestazione e oggi, venerdì, è tornato nelle piazze di Bellinzona lo Sciopero per il clima. Un centinaio di ragazzi hanno risposto all’appello. Le preoccupazioni e le richieste alla politica sono forse rimaste le stesse, ma nel frattempo è cambiato il mondo: “Occorre trovare un equilibrio ed è normale che la nostra crisi climatica sarà, a ondate, più o meno ascoltata”, dice ai microfoni della RSI Alice Guidotti, del coordinamento di Sciopero per il clima. “È però importante cercare, secondo me, di trovare una costanza negli argomenti”.
La partecipazione odierna soddisfa? “Sì e no”, dice Davide Barro, anch’egli del coordinamento: “È comunque sempre bello vedere qui gente e ogni persona conta. Più persone sarebbe meglio, ma la lotta si fa oggi, domani e dopodomani. Essere qui è solo la punta dell’iceberg di quello che bisogna fare”.
A sostenere i giovani in piazza e a parlare c’era anche il glaciologo Giovanni Kappenberger: “I ragazzi hanno ragione. Ho provato anche io nel Palazzo qui dietro (la sede del Gran Consiglio dove è stato deputato, ndr), ma la politica riesce a fare poco”.
Le alluvioni in Mesolcina e Vallemaggia sono state citate dai giovani, “per far capire che tocca anche noi il clima e di conseguenza dobbiamo agire. Siamo qui in piazza per ricordare che non sono solo i Paesi più poveri a soffrire di questa crisi”, dice ancora Alice Guidotti. “Dobbiamo smettere di rincorrere il benessere odierno perché stiamo distruggendo il benessere futuro”, le fa eco, in conclusione, Davide Barro.