Mercoledì in Ticino entra in vigore il salario minimo, a più di 6 anni dal voto popolare. Sono intanto emerse due notizie importanti che riguardano questo tema: la prima novità è che si è allargato il numero di aziende che hanno aderito al contratto collettivo di lavoro Ticino Manufacturing. Un contratto collettivo di cui si è molto parlato perché prevede salari minimi di 15 franchi all'ora, ben al di sotto dei 19 iniziali previsti dalla legge che entra in vigore. La seconda novità è che il Tribunale federale ha respinto il ricorso di due ditte stabilendo, in pratica, che lo stipendio minimo fissato dal contratto normale di lavoro è vincolante. Ne ha dato notizia per prima la Regione.
Nuove adesioni a Ticino Manufacturing
Il Quotidiano 30.11.2021, 20:00
Ora sono 7 le aziende che hanno aderito a Ticino Manufacturing
Per quanto riguarda il contratto collettivo di lavoro Ticino Manufacturing, nell'ultima settimana hanno aderito 4 nuove aziende; il numero totale sale quindi a 7. "La strategia di Tisin è un po' cambiata, stanno prendendo di mira le piccole aziende, e hanno cambiato il loro modus operandi, in modo che l'informazione esca nella maniera più tarda possibile", spiega Vicenzo Cicero, di Unia.
La RSI ha contattato sia Tisin che Ticino Manufacturing per una replica, ma ha risposto solo quest'ultima, che ci ha rimandato a una presa di posizione nei prossimi giorni. Nessuna nuova azienda ha accettato di parlare al microfono.
Controlli dell'ispettorato sui contratti da gennaio
Il Governo ticinese, lo ricordiamo, ha già assicurato che, a partire da gennaio ci saranno controlli approfonditi dell'ispettorato del lavoro sulla validità (o meno) di questi contratti collettivi. Parte della politica si è già mossa per modificare l'articolo di legge che prevede, appunto, la possibilità di dar vita a CCL con salari inferiori ai minimi di legge.
E oggi si è aggiunto come detto anche un nuovo elemento giuridico a un quadro già complesso. Il Ticino è uno dei cantoni con il numero più alto di contratti normali di lavoro, che vengono imposti dalle autorità in quei settori in cui è stato appurato il dumping salariale. Uno di questi settori è quello della fabbricazione delle apparecchiature elettriche ed è a questo che erano relativi i ricorsi respinti da Mon Repos. Ciò significa che non sono ammessi contratti collettivi con un salario inferiore a quello del CNL. Dunque tutti quei settori che sottostanno a un CNL non dovrebbero "sfuggire" al salario minimo. Comprese - secondo le nostre verifiche - alcune aziende che hanno aderito a Ticino Manufacturing.
A Stefano Rizzi, direttore della divisione dell'economia, la RSI ha chiesto se questa sentenza faciliterà i controlli previsti a partire da gennaio. "Questo significa che, per quanto riguarda il settore della fabbricazione delle apparecchiature elettriche, noi dovremmo, a questo punto, semplicemente verificare il rispetto del contratto normale di lavoro, mentre non entreremo in materia rispetto al contratto collettivo di lavoro, che nel frattempo è stato sottoscritto". Questo principio vale per tutti i 22 contratti normali di lavoro in vigore in Ticino.