Cresce il numero di giovanissimi che si allontanano volontariamente da casa senza fornire spiegazioni ai genitori, come nel recente caso delle tre ragazze scomparse da Rivera, fortunatamente ritrovate ieri, domenica. Nella stragrande maggioranza dei casi l'allontanamento si risolve in poco tempo e va a buon fine.
Secondo il direttore di Pro Juventute, Ilario Lodi, intervistato dal TG, "il fenomeno è preoccupante ed è indice di qualcosa di significativo di cui, come società, dobbiamo prenderci cura". Questo comportamento nei giovani potrebbe riflettere un disagio, che però non riguarda quasi mai solamente le famiglie: "Le scomparse ci dicono molto sulla società nel suo complesso ed è un problema strutturale", spiega Lodi.
"Assistiamo ad un distacco estremamente significativo tra i giovani e gli adulti, ma non solo per una questione generazionale", afferma Lodi. "Gli adulti nutrono delle aspettative nei confronti dei giovani, che non collimano con i bisogni educativi dei giovani stessi". "Bisogna smettere di interpretare i ragazzi in termini di capacità e competenze: serve un nuovo modo di interagire, perché evidentemente i metodi finora usati non vanno più bene", aggiunge il direttore di Pro Juventute. Per capire e cogliere i segnali di un disagio occorre mantenere un dialogo costante.
Le famiglie che vivono un'esperienza di allontanamento non vanno colpevolizzate, perché i problemi non riguardano solo i genitori: "I giovani sono costantemente in contatto, letteralmente, con il resto del mondo". Secondo il direttore di Pro Juventute, va evocata una responsabilità collettiva. Un evento del genere rappresenta un’occasione per ripensare al proprio rapporto educativo con i figli e rimodulare dove possibile. "L’educazione richiede tempo e pazienza", conclude Lodi.