Il numero dei diplomati in cure infermieristiche dal 2011 è raddoppiato, passando da 100 a 200, e l'offerta formativa in ambito sociosanitario è destinata a crescere ancora. Da quest'anno, infatti, la SUPSI offre un nuovo master proprio in cure infermieristiche. Inoltre il lavoro interdipartimentale svolto dal DECS e dal DSS porterà a un nuovo modello di incentivi per migliorare ulteriormente l'offerta di stage. Sono informazioni emerse dal rapporto d'attività 2015-2017 dell’Osservatorio sulle professioni e prospettive professionali nel settore sociosanitario presentato martedì a Bellinzona.
"La sfida principale - ci spiega Paolo Beltraminelli, direttore del dipartimento della sanità e della socialità - è avere abbastanza personale formato e specializzato perché oggi in tutte le formazioni socio-sanitarie c'è bisogno di specializzazione. Abbiamo trovato un buon accordo tra la SUPSI e la scuola Cantonale, che offrono il doppio dei posti rispetto a solo 7 anni fa. Ma naturalmente dobbiamo agire anche sui posti di stage perché ci vuole la formazione, ma anche la pratica professionale".
Per perseguire quindi l'obiettivo di una maggiore specializzazione, l’Osservatorio Cantonale negli ultimi due anni ha lavorato 4 progetti tra i quali figura un nuovo master. "Si tratta di una nuova offerta per garantire una specializzazione nella pratica clinica avanzata degli infermieri – ci dice il direttore della SUPSI Franco Gervasoni - Avremo dal 2020 un master in cure infermieristiche".
Dal sistema di indicatori sviluppato dall'osservatorio per monitorare le tendenze in atto nel settore e poi emerso che bisogna agire su due fronti. L’opinione di Paolo Bianchi, direttore della divisione della salute pubblica, è che "bisogna ottimizzare tutti i percorsi possibili, per formare il personale indigeno e per indirizzare i nostri giovani verso queste formazioni".
Un altro obiettivo, per il direttore della Divisione della formazione Paolo Colombo, è quello poi di aumentare ulteriormente i posti di stage: "Vanno ricercati nell'assistenza, nelle cure a domicilio, nelle case anziani, ma anche in altri ambiti come quello ambulatoriale che, a nostro modo di vedere, potrebbe darci una mano accogliere più persone informazione".
CSI/Bleff