Ticino e Grigioni

Da interesse a reato, a processo per droga

Ha preso il via l'udienza contro un 31enne ticinese accusato di aver creato droghe ed averle vendute online - Chiesti due anni e quattro mesi di detenzione

  • 21 luglio 2022, 15:02
  • 20 novembre, 15:27
01:30

RG 12.30 del 21.07.22: il servizio di Pervin Kavakcioglu

RSI Info 21.07.2022, 14:51

Di: RG/sdr 

Il 31enne ticinese, accusato di aver fabbricato droga a casa sua e poi di averla offerta e consumata con altre persone, è comparso in tribunale giovedì mattina a Lugano. A pesare nel processo sull'imputato è soprattutto lo smercio online.

Il giudice Mauro Ermani ha trascorso la mattinata cercando di capire come sta l'imputato dal profilo psicologico, per arrivare poi ai fatti. Il giovane uomo, che si è presentato lucido, calmo e collaborativo, sta per concludere gli studi universitari nel ramo farmaceutico.

Il fascino per la chimica l'aveva già prima del liceo, ha spiegato in aula il 31enne del Luganese. Poi è arrivato l'interesse per la farmaceutica perché, ha detto, lo incuriosiva capire il legame tra il farmaco e il corpo umano. Da qui, verosimilmente, quello che iniziò come un autosperimentazione nei primi anni universitari, poi diventata abuso e reato.

Tra i traffici illeciti al quale prese parte dal 2010 al 2012, c'è il commercio di sostanze psicoattive acquistate in rete e che provvedeva a smistare per posta a acquirenti svizzeri. Tra le varie imputazioni figura anche il fatto di avere prodotto il GHB, il noto acido in grado di inibire le capacità di reazione. Lo sintetizzò da solo, consumandolo poi assieme agli amici.

L'unico reato in parte contestato dal 31enne c'è la vicenda del Fentanyl, un oppiaceo sintetico molto più potente della morfina, usato soprattutto in ambito oncologico per calmare il dolore. Una sostanza che può essere pericolosa se assunta senza controllo medico. Sul mercato illegale il farmaco spopola in sostituzione di eroina e cocaina e l'imputato ne acquistò almeno 46 grammi online su una piattaforma cinese. Secondo l'accusa, l'idea era di accumulare scorte da rivendere quando il prodotto non sarebbe più stato legalmente reperibile. L'imputato ha invece insistito che era per consumo personale. Fu proprio un sequestro di Fentanyl in dogana nel 2016, che fece scattare l'indagine.

La procuratrice pubblica Pamela Pedretti ha sostenuto che l'imputato ha agito per scopo di lucro e, vista la pericolosità e la quantità di sostanze smerciate, ha chiesto una pena di due anni e quattro mesi di detenzione, di cui sei mesi da scontare e il resto sospeso per tre anni. Il legale dell'imputato, Marco Cocchi, ha invece chiesto una pena massima di due anni con la condizionale.

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