Nuovo corso in casa Lega. Il movimento ticinese domenica si è dato un nuovo coordinatore nella figura di Daniele Piccaluga, 37 anni vicesindaco del comune di Monteceneri e deputato in Gran Consiglio. Per capire come intende impostare l’organizzazione del movimento, SEIDISERA lo ha incontrato negli studi RSI nel pomeriggio.
È stato designato in nome del ‘più piazza e meno Palazzo’. Ma allora quando vedremo le assemblee della Lega a porte aperte? Perché questa resta una grande anomalia...
“Forse per voi, ma per la Lega non è un’anomalia. Nel senso che siamo abituati a lavare i panni sporchi in casa. Per noi l’assemblea è sempre stato il momento in cui ci si dice tutto quello che si pensa. Pertanto attualmente non c’è in previsione di cambiare questa metodica”.
Passiamo agli statuti: lei ha nelle sue idee, nella sua agenda, qualcosa di questo genere, per strutturare meglio quello che è ancora un movimento?
”Il nostro è un movimento e resterà un movimento. Con Norman Gobbi abbiamo già introdotto degli statuti. Che sono attuali, sono fatti bene. E la gente si sta pian piano abituando. Non sono statuti da partito nazionale, sono molto più semplici, molto più snelli. È una struttura che funziona e quindi non è mia intenzione attualmente cambiarla”.
A che punto è con l’allestimento della squadra?
”Di sicuro avrò dei vice coordinatori, perché portare avanti questa attività da soli diventa sempre più impegnativo. E anche perché il tempo da dedicare alla politica, essendo già attivo anche in Parlamento, è comunque tanto”.
Qual è il difetto della Lega oggi?
“Il difetto della Lega è forse quello di non essere più tra la gente come lo era all’inizio. Riascoltare la pancia dei cittadini, ritornare a sentire i mugugni, i mal di pancia e tornare e cercare di risolvere questi problemi sarà una mia priorità assoluta”.
E il difetto del Canton Ticino?
“Di difetti nel Canton Ticino ce ne sono tanti. Però risolverli con una bacchetta magica diventa difficile. Noi siamo un movimento in Governo, ma non siamo l’unico partito. Pertanto non spetta solo alla Lega”.
Nella foto Daniele Piccaluga e - sullo sfondo - Norman Gobbi all'assemblea della Lega dei Ticinesi per la nomina del nuovo coordinatore
Ha una sorta di agenda dei primi 100 giorni. Pensiamo a Trump: siamo nell’era del decisionismo, insomma...
”Di sicuro quello di tornare subito nelle sezioni e risentire le voci di tutti. Questo l’ho già comunicato in assemblea. Dopodiché, una volta formata la squadra, mia e dei coordinatori, faremo una bella agenda politica”.
È cosciente che potrebbe passare alla storia come coordinatore che ha perso il secondo seggio in Governo?
“Sì, ne sono cosciente, ma non siamo ancora battuti. Sono una persona che ama le sfide, ma che ama le sfide per vincerle”.
E altrettanto potreste perdere il sindacato a Lugano, città che non solo è il traino del Cantone, ma per la Lega è proprio il DNA...
”Sì, ma con i se e i ma non si va da nessuna parte. Noi non siamo ancora battuti. E siamo dove siamo”.
Allora parliamo di strategie e pensiamo alle prossime elezioni cantonali. Sarebbe pronto a rinunciare a un’alleanza con l’UDC per correre coi suoi cavalli di razza, che oggi siedono in Governo?
“È chiaro che la precedenza va data a chi attualmente in Governo ci sta. Quindi se Claudio Zali dovesse dare la sua disponibilità per un ulteriore mandato saremmo pronti ad assecondarlo. Ma è una discussione che attualmente non ho fatto, sono eletto da quattro giorni, quindi non ho ancora avuto il tempo di affrontare questa tematica. Norman Gobbi, tramite i media, ha già annunciato la sua intenzione di candidarsi, pertanto diamo per acquisita questa informazione. Per quanto riguarda Zali è invece prematuro fare delle dichiarazioni”.
Avrà le spalle abbastanza larghe per dire dei no secchi e decisi ai vari Boris Bignasca, Norman Gobbi, Lorenzo Quadri e Michele Foletti, insomma ai grandi tenori degli ultimi anni della Lega dei Ticinesi?
“Assolutamente sì. Ho le spalle larghe in tutti i sensi. Chi mi conosce fisicamente sa che non sono proprio una persona minuta (ride, ndr). Ma ecco, battute a parte, ripeto: ‘Assolutamente sì’. Per il bene della Lega sarò pronto a questo e ad altro”.
Sono abbastanza il suo nome e la sua età (37 anni, ndr) per permettere di dire alla Lega ‘ci rinnoviamo’?
“Con la mia figura si è dato proprio questo messaggio: vogliamo lanciare un rinnovamento del nostro movimento. E sicuramente farò in modo di portarlo avanti”.
Cosa ne pensa dell’iniziativa trasversale per diminuire i dipendenti statali? L’appoggia?
“Assolutamente sì”.
Anche se è stato segretario comunale?
“Sì, perché si è arrivati ad una situazione fuori controllo”.
Cosa pensa invece dell’iniziativa del Partito socialista: è per una cassa malati unica anche lei?
“La Lega è da sempre fautrice di una cassa malati unica”.
Come facciamo quadrare i conti del Governo? Si taglia? Dove e come?
“Di bacchette magiche in questo momento non ne ho. Però sicuramente un tema sarà quello dei dipendenti. Ci tengo a ribadire che non si ha la volontà di licenziare nessuno, ma si vuole non sostituire delle partenze, con il tempo. Sicuramente si può intervenire anche sulla migrazione: il Canton Ticino oggi prende a carico degli oneri e dei costi che dovrebbero essere totalmente a carico della Confederazione”.
Il nuovo coordinatore della Lega ospite del Quotidiano
Il Quotidiano 29.01.2025, 19:00