Davos, sicurezza pronta

Trump non viene, May e Macron nemmeno, ma la loro assenza non ridurrà l'impegno degli uomini chiamati a garantire da martedì la sicurezza del WEF. Sono infatti oltre 120 gli ospiti di particolare riguardo. Alla loro protezione e a quella dei luoghi sensibili parteciperà anche una cinquantina di agenti ticinesi, insieme a colleghi di tutta la Svizzera.

Il dispositivo presentato dalle autorità lunedì mattina prevede come da 17 anni a questa parte anche l'impiego dell'esercito con un massimo di 5'000 uomini, che non verrà raggiunto.

Il dispositivo presentato dalle autorità lunedì costa 9 milioni di franchi al massimo, in aggiunta ai 32 per l'impiego dei militi dell'esercito in corso di ripetizione. Alle forze armate spetta anche la sicurezza aerea: in un raggio di 46 km dalle 8.00 i cieli sono off limits. Per sgravare l'aeroporto di Zurigo, per 120 voli si ricorrerà a quello di Dübendorf. A Davos è stato allestito come in passato un eliporto. Se le condizioni meteorologiche non dovessero permetterlo, le personalità raggiungeranno invece i Grigioni in limousine.

Sono previste manifestazioni di protesta, sul posto ne è stata autorizzata una della gioventù socialista, una cosa positiva secondo il comandante della polizia retica Walter Schlegel, perché ha permesso di contattare gli organizzatori in anticipo e fissarne le condizioni. Se ne attendono però anche in altre città svizzere. Preoccupano un po' le basse temperature, mentre misure sono state prese per ridurre le difficoltà riscontrate con la neve nel 2018.