Via libera al nuovo pacchetto di sussidi da 100 milioni di franchi per la decarbonizzazione. Il Gran Consiglio, con 67 voti favorevoli, 9 contrari e 6 astenuti, ha infatti approvato martedì pomeriggio il messaggio per sostenere quei privati che vogliono passare dall’energia fossile a quella rinnovabile.
I crediti decadranno nel 2031, come previsto dal Consiglio di Stato. Senza esito, in aula, un tentativo per spalmare l’ammontare in questione su più anni, e per la precisione fino al 2035, come chiedeva un emendamento presentato da Bixio Caprara (PLR). Uno slittamento, sostenuto dall’asse PLR-Centro-UDC, che ha abbastanza irritato il direttore del Dipartimento del territorio: “Bullizzare in modo semiclandestino questa inerme richiesta di credito non gioverà all’ambiente e non porterà nemmeno alla sperata parità dei bilanci” ha detto Claudio Zali.
Il credito ha anche evitato il referendum finanziario obbligatorio, che non ha raggiunto il quorum necessario per un paio di voti. Referendum sostenuto, di fatto, solo dall’UDC che, con Sergio Morisoli, ha espresso le proprie perplessità sulla politica ambientale ed energetica del Governo: “Tutto questo accorpamento in direzione di un’energia sostenibile, pulita, dove tutti si attaccano con la presa a qualcosa ormai è affossata. Ma a me impressiona quando in un messaggio del Governo si scrive anche che si punta a una società al 100% rinnovabile e sostenibile. Il sistema di sussidi per questioni ambientali ormai è stato dimostrato ovunque inefficace”.
Gran Consiglio tra tutela per madri adottive e sussidi per la decarbonizzazione
SEIDISERA 17.09.2024, 18:46
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Alcune delle questioni citate anche da Morisoli sono state sottoposte dalla RSI al direttore del Divisione dell’Ambiente del Dipartimento del Territorio Giovanni Bernasconi, al quale è stato chiesto se una società rinnovabile al 100% sia un progetto realistico o è ancora un’utopia: “Ma io credo che possa essere considerato un progetto realistico. Abbiamo visto proprio negli ultimi anni come le persone siano diventate più sensibili al problema dei cambiamenti climatici, per cui notiamo un cambiamento di mentalità e gli incentivi sono aumentati in maniera esponenziale. Resta ancora molto da fare. Ci sono dei settori per i quali è molto difficile intervenire, penso all’industria, alla mobilità, però ritengo questo obiettivo raggiungibile”.
Secondo il capodivisione l’incentivo resta lo strumento più idoneo ed efficace: “Anche perché la popolazione in generale recepisce un po’ male gli obblighi. Evidentemente anche lo Stato ha un ruolo di esempio importante. Sia i Comuni sia i Cantoni devono sicuramente mettere in atto quei provvedimenti che diano appunto il buon esempio per far sì che anche il privato faccia delle scelte conformi agli indirizzi della politica energetica”.