Ticino e Grigioni

Destituiti i giudici, una ventina di sentenze a rischio

Gli ultimi processi celebrati da Quadri e Verda Chiocchetti mancano di “motivazioni scritte” - I pareri degli addetti ai lavori divergono, ma un esperto ammonisce: “Andranno rifatti”

  • Oggi, 18:59
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La destituzione che getta incertezza sugli ultimi processi celebrati

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Di: Seidisera/Melchionda/Spi 

È la coda, finora sottovalutata, della destituzione, lo scorso 10 dicembre, dei giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti. Gli ultimi processi celebrati dai due, da una prima ricerca si tratta di una ventina di casi, mancano di motivazioni scritte a causa del rapporto di lavoro troncato sui due piedi. La loro validità è a rischio e le sentenze potrebbero essere annullate.

Non è così secondo la presidente della Corte d’appello e di revisione penale Giovanna Roggero-Will, ma anche a detta del presidente del Tribunale d’appello Giovan Maria Tattarletti. Per i due magistrati non ci sarebbero conseguenze di sorta. A firmare i dispositivi di sentenza potrebbe provvedere qualcun altro: un giudice, il cancelliere, il nuovo presidente del Tribunale penale cantonale.

Tra i 457 articoli del Codice di diritto processuale penale svizzero – il CPP – ce n’è però uno che dice altro, l’articolo 80 cpv 2: “Le decisioni sono emesse per iscritto e motivate. Sono firmate da chi dirige il procedimento e dall’estensore del verbale e notificate alle parti”. Un testo, apparentemente, in contrapposizione con le parole di Roggero-Will e Tattarletti.

Per l’avvocato Paolo Bernasconi, già procuratore pubblico per 16 anni, e soprattutto, coautore del commentario del CPP, “il testo della norma è molto, molto chiaro. Nel senso che l’obbligo di firma, quindi dell’attestazione della fede facente, incombe a due persone contemporaneamente. Non è il presidente o il cancelliere del tribunale, ma è quel giudice che ha diretto quel procedimento e quel cancelliere che ha steso il verbale. Sono due persone chiaramente definite e individuate. Non si scappa, devono essere quelle due persone a firmare”.

05:12

Caos al TPC in Ticino: le conseguenze sui processi già celebrati

SEIDISERA 16.01.2025, 18:00

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Nella telefonata con Roggero-Will, la giudice, non ritiene la situazione problematica e, aggiunge, “abbiamo sempre fatto così”, citando anche il precedente del giudice Franco Verda (destituito dalla carica nel lontano ottobre 2000). Ma ai tempi vigeva il codice di procedura penale ticinese, conosciuto come il codice Vassalli, che all’articolo 285 g, ammetteva la firma del presidente della Camera, non dunque obbligatoriamente quella di chi ha presieduto il processo, come indica invece il CPP svizzero unificato, in vigore dal 2011, e che ha sostituito le 26 procedure cantonali.

Cosa succederà dunque a quei processi che potrebbe rimanere senza motivazioni scritte dopo l’allontanamento dei due giudici? Una sentenza della Corte di appello e di revisione penale del 2012, e una del Tribunale federale del 2021, ci danno un indizio: “L’assenza di motivazioni del giudizio impugnato - recita il dispositivo scritto nel 2012 - rappresenta un grave vizio procedurale che non può evidentemente essere sanato in questa sede. Pertanto in applicazione dell’articolo 409 del CPP la decisione appellata deve essere annullata e gli atti vanno rinviati alla pretura penale. Ritenuto come il giudice che ha deciso non faccia più parte di tale tribunale il dibattimento andrà rifatto e la relativa sentenza andrà motivata per iscritto dal nuovo giudice”.

Una situazione giuridica non sanabile? Questo il parere dell’avvocato Paolo Bernasconi: “Non sanabile e molto grave - dice ai microfoni della RSI - , perché saremmo confrontati con il rifacimento di numerosi processi, magari difficili, magari complicati e importanti. Quindi con un aggravio per il tribunale e, non dimentichiamo, un aggravio per tutte le parti. L’imputato, ovviamente, ma anche le vittimi e le parti civili, i cosiddetti accusatori privati”.

Ironia della sorte, la citata decisione della Corte d’appello e di revisione penale, che è del febbraio del 2012, è stata firmata, come estensore del verbale, da Damiano Stefani. Ovvero dal presidente del Consiglio della magistratura, che insieme agli altri membri, ha deciso la destituzione immediata di Quadri e Verda Chiocchetti.

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