Ticino e Grigioni

Detenuto non rientra dopo un permesso

C’è un po’ di subbuglio al carcere cantonale della Stampa. Una libera uscita di 8 ore si tramuta in una fuga

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RG 07.00 del 17.01.2025 Il servizio di Francesca Calcagno

RSI Info 17.01.2025, 07:11

  • © Ti-Press / Pablo Gianinazzi
Di: Radiogiornale/Francesca Calcagno 

Otto ore alla vigilia di Natale che sono già diventate più di tre settimane di libertà. Un detenuto svizzero sulla trentina ha fatto perdere le sue tracce il 24 dicembre, durante il secondo congedo che gli era stato accordato. Era in carcere per reati legati al codice della strada, due e mezzo circa gli anni da scontare. Scadenza: autunno 2026. Le autorità cantonali ticinesi e poi quelle federali hanno subito spiccato un mandato d’arresto internazionale. A un certo punto l’uomo risultava in Francia. E poi? “Le ricerche sono attive in tutto lo spazio Schengen”, ha confermato alla RSI Federico Pagani, giurista presso la Divisione della giustizia: “al momento siamo in attesa che la persona venga individuata, trovata e fermata”.

I reati legati al codice della strada non hanno lo stesso grado di gravità in tutti i Paesi. Il caso più noto è forse quello di un pirata della strada tedesco che era stato condannato nel 2014 in contumacia in Ticino. C’erano voluti 4 anni per arrivare al suo arresto in Germania. Anche perché uno dei criteri per la procedura di ricerca internazionale di un evaso, o come in questo caso di una persona che non è rientrata da un congedo, è che il reato o i reati per cui è stata condannata in via definitiva lo siano anche nei Paesi in cui si trova il fuggitivo. Questo caso è diverso? “Sì leggermente”, precisa sempre Pagani, “l’uomo è stato condannato per reati legati alla circolazione ma non solo”. Non dovrebbero esserci dunque problemi per l’estradizione quando la persona verrà intercettata.

“Scappare è una pessima idea”

Sul caso la RSI ha sollecitato il direttore delle strutture carcerarie cantonali Stefano Laffranchini. Ci ha assicurato che durante i suoi dieci anni di esperienza è la prima volta che un detenuto non rientra dopo una libera uscita dal carcere chiuso. È diverso per i detenuti che stanno già scontando la pena nel carcere aperto: lì “assistiamo regolarmente non tanto ad allontanamenti ma a persone che rientrano più tardi del previsto dal congedo”.

In ogni caso, conclude Laffranchini, non ripresentarsi dopo un congedo “è una pessima idea”. Perché? Perché il congedo è il primo tassello dell’alleggerimento della pena, il secondo è la sezione aperta, il terzo è la liberazione ai due terzi della pena. Se un detenuto “tradisce la fiducia del giudice già in occasione del congedo si scorda i passi seguenti”. Ad esempio, se una persona viene condannata a tre anni di carcere “uno scherzetto del genere gli costa un anno aggiuntivo di prigione”.

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