Disabilità, la scure dei tagli colpisce duro

In Ticino, dopo la presentazione del preventivo 2025, l’ambito socio-sanitario risulta ancora una volta il settore più colpito dai risparmi voluti dal Governo. Nello specifico, anche in questo preventivo, come l’anno scorso, si chiedono sacrifici milionari a chi lavora nel mondo della disabilità. Nel concreto, dopo i quasi 11 milioni di franchi per il 2024, per il prossimo anno ci saranno altri 7 milioni e mezzo di risparmi.

“Le misure sono esattamente quelle che erano state decise per il preventivo dell’anno scorso. Non si è voluto quindi correggere quello che riteniamo un errore, riconfermando i tagli nel settore”. Come ricorda Danilo Forini, direttore di Pro Infirmis Ticino e Moesano, ai quasi 5 milioni di franchi che verranno prelevati ai fondi delle strutture si devono aggiungere altre due voci di risparmio ereditate dalla manovra già votata dal Gran Consiglio. “Rimane la misura di riduzione lineare del contributo per 1,2 milioni e soprattutto quella che ci preoccupa di più, ovvero il posticipo e/o il rallentamento – e quindi la rinuncia – a nuove iniziative per 1,7 milioni”.

Il colpo più pesante viene dato infatti alla progettualità: “Ad esempio Pro Infirmis, da quando io sono responsabile (14 anni), per il secondo anno consecutivo non ha progetti innovativi. Non abbiamo quindi la possibilità di provare a rispondere in maniera differente ai bisogni delle persone”.

Per ora il personale, si è deciso, non verrà toccato direttamente dalle misure di risparmio. Ma, con un trend simile, non ci sono molte garanzie per il futuro. “Chiaramente – prosegue Forini –, gli enti e i servizi sono arrivati al limite: i margini e le riserve non ci sono più e si comincia a dover grattare il fondo del barile, come però già stato fatto l’anno scorso. A Pro Infirmis abbiamo dovuto limare e diminuire le percentuali di lavoro, andando a diminuire sia la qualità che la quantità dell’offerta. E questa è la più grande preoccupazione”.

Una scelta, quella di non toccare il personale, che ha preso anche la Fondazione Diamante, che si è assunta il peso del contributo di solidarietà richiesto dal Governo. Parallelamente però, insieme alla Fondazione Loverciano, hanno anche deciso di impugnare il prelievo del 40% dei fondi per il 2024, misura riproposta anche per il 2025.

A confermarlo alla RSI è il presidente del consiglio di fondazione Michele Passardi: “Il contratto di prestazione che ci è stato sottoposto per il 2024 a primavera inoltrata noi l’abbiamo firmato con riserva, proprio perché non garantisce la copertura finanziaria di tutte le prestazioni che ci vengono richieste. Contro questo contratto abbiamo avviato una procedura di contestazione che oggi è davanti al Tribunale amministrativo e seguirà il suo corso. Attendiamo quindi l’esito di questa procedura”.

Una diatriba legale che poteva forse essere evitata con un maggior dialogo tra le parti… ma c’è stato questo dialogo con il Governo prima dell’allestimento dei preventivi? “Per quel che riguarda la procedura di elaborazione del preventivo 2024 assolutamente no – risponde ancora Passardi –. Nell’ambito della preparazione del preventivo 2025, l’associazione di categoria è stata coinvolta con un incontro a fine luglio. Diciamo però che è stato un coinvolgimento poco più che formale, perché le decisioni sostanzialmente erano già state prese. Quindi se una riduzione deve esserci per scelta politica, questa deve avvenire o sulla quantità delle prestazioni erogate o con una ridefinizione degli standard qualitativi. Un’altra via non mi sembra che sia ragionevolmente immaginabile”.