Per ora sono solo intenzioni, ma la tendenza emersa dai centri urbani economicamente più forti è chiara: nel 2025, se i consigli comunali daranno il via libera, i moltiplicatori delle persone giuridiche (PG) di diversi Comuni ticinesi aumenteranno. Mentre l’aggravio fiscale sarà neutro o comunque moderato sulle persone fisiche (PF), ovvero i cittadini. Il municipio di Lugano, ad esempio, propone un aumento di 5 punti del moltiplicatore delle PG (dal 77 all’82%), quello di Locarno vorrebbe portarlo dal 90 al 97%, mentre a Bioggio si ipotizza un aumento di 3 punti per le PF (dal 65 al 68%) e di 10 punti per le PG (75%).
È la diretta conseguenza della flessibilità concessa ai Comuni per assorbire le perdite di gettito fiscale dovute alla riforma legislativa del 2020 che ha fatto scendere per gradi l’imposta cantonale sull’utile delle aziende dal 9%, all’8 e infine al 5,5% dal prossimo anno. “Le aliquote - ricorda Samuele Vorpe, fiscalista e professore ordinario di diritto tributario alla SUPSI - sono scese perché sono spariti i regimi fiscali speciali delle holding, delle ausiliarie e per loro è giunto a termine anche la possibilità di avere una tassazione interessante fino al 2024 attraverso una disposizione transitoria. Per evitare una partenza all’estero ma soprattutto verso altri cantoni, il Ticino - come tutti gli altri Cantoni - ha abbassato la propria aliquota ritenendo il 15-16% come la soglia limite per evitare la fuga di queste aziende”.
Lo sgravio sulle aziende, come noto, ha comportato una perdita di gettito per il Canton Ticino e per i Comuni. “Per evitare che questi ultimi dovessero aumentare il moltiplicatore andando a colpire anche le persone fisiche, si è deciso - spiega l’esperto - di dare uno strumento di flessibilità, il moltiplicatore differenziato, agli amministratori comunali. Anche perché le PF non sono toccate dalla riforma del 2020 che riguarda esclusivamente le società”.
Il rischio di neutralizzare i benefici fiscali concessi alle aziende, secondo Vorpe, c’è: “Ma c’è anche il rischio che poi queste società, magari quelle più importanti per una realtà comunale, decidano di andarsene in un comune che permetta loro di godere appieno di questa riforma. Se fossi un amministratore comunale - sottolinea il professore della SUPSI - prima di tutto cercherei di ascoltare queste società per capire qual è la cosiddetta soglia del dolore ovvero fino a che punto è sopportabile un aumento del moltiplicatore. Perché aumentare le imposte non significa automaticamente aumentare il gettito, se poi chi paga le imposte se ne va. Chiaramente parliamo di società con un elevato grado di mobilità, non dell’azienda industriale che ha il suo capannone con i relativi macchinari e non può spostarli”. In definitiva, sottolinea Vorpe, “bisogna conoscere molto bene il tessuto imprenditoriale che si amministra”.
La moratoria, decisa ad inizio novembre dal Gran Consiglio, ha procrastinato di almeno 5 anni la possibilità di introdurre per le PG moltiplicatori più bassi di quelli per le PF: prendendo come baricentro il moltiplicatore delle persone fisiche, i Comuni avrebbero potuto aumentare di 60 punti quello delle PG, oppure ridurlo di 20 per attirare azienda. Alla fine è stata lasciata solo la possibilità di aumentarlo, ma ciò non significa aver congelato il dinamismo fiscale delle aziende: “Piaccia o non piaccia, questa è la concorrenza fiscale. Le società per risparmiare hanno la possibilità, e un manager ne tiene conto, di spostarsi”, sottolinea Vorpe.
CC-TI: “Attenti a non annullare l’effetto dinamico della riforma”
L’aumento del moltiplicatore è uno strumento che non piace all’economia e che va comunque usato con misura, secondo Luca Albertoni, direttore della Camera di commercio e dell’industria del Canton Ticino: “Se la questione rimane sul piano di uno sconto ‘meno sensibile’ potrebbe anche starci, ma occorre stare attenti che non si annullino gli effetti dinamici ed essenziali dell’alleggerimento fiscale voluto dalla riforma. In una certa misura posso comprendere il modo di ragionare delle amministrazioni comunali e questo era emerso anche con lo scetticismo nei confronti del moltiplicatore differenziato”.
Questi aumenti, continua Albertoni, “da soli non risolveranno le difficoltà finanziarie delle casse comunali. Senza intromettermi in queste decisioni, non credo sia una politica molto lungimirante e visionaria quella che agisce solo sulle imposte delle persone giuridiche. L’impressione è un po’ quella che si voglia neutralizzare ciò che è stato deciso in votazione popolare, senza una visione globale che comprenda anche la valutazione delle spese.“
Da questo punto di vista, il direttore della CC-TI non vorrebbe scontare gli effetti di dinamiche superiori: “Sotto questa discussione covano i tizzoni ardenti dei rapporti tra Comuni e Cantone. Non vorrei che la fiscalità delle imprese rimanesse vittima di questa guerra sulla ripartizione dei compiti tra i vari livelli istituzionali”. Alzare le imposte alle persone giuridiche, facciamo notare, presenta meno rischi politici: “Certo le aziende non votano. È una battuta, ma è chiaro che per un politico a volte è meno doloroso che intervenire sulle imposte dei cittadini”.
Padlina e Censi: “Aumenti che non sorprendono”
Non è meravigliato degli annunciati aumenti dei moltiplicatori delle PG il deputato Gianluca Padlina (Il Centro), corelatore del rapporto accolto lo scorso 4 novembre con 47 voti a 31: «Non ci sorprende, anzi quanto sta accadendo era atteso, perché rientra nella riforma fiscale cantonale del 2019 che dal prossimo anno prevede una riduzione dall’8 al 5,5% dell’imposta sull’utile delle persone giuridiche”. A causa delle minori entrate previste per il Cantone e di riflesso per i Comuni, continua il granconsigliere, “il Legislatore ha lasciato la possibilità ai Comuni di decidere liberamente a quale percentuale del proprio gettito rinunciare”. Ma su un aspetto Padlina insiste: “L’aumento del moltiplicatore per le PG non porterà ad un aumento della pressione fiscale nei confronti delle PG. Ci sarà per loro, eventualmente, uno sconto d’imposta minore”. In questi cambiamenti, prosegue, “i Comuni hanno avuto poco da decidere, ma in compenso è stata data loro la possibilità di agire attraverso questo moltiplicatore differenziato per ridurre l’impatto della riforma”.
Secondo Padlina, che fa notare di essersi sempre battuto contro qualsiasi aumento della pressione fiscale, non si tratta, in ogni, caso della scelta facile di aumentare le imposte a chi non vota: “Assolutamente no! In ogni caso, anche con un moltiplicatore più alto, le persone giuridiche pagheranno al netto meno dell’anno prima. Il che è giusto così perché nel raffronto intercantonale il nostro Cantone rimane quello con le imposte più alte”.
Anche per Andrea Censi (Lega), corelatore del rapporto approvato, “questi incrementi dei moltiplicatori per le PG non sorprendono, né devono indignare nessuno. Il tema riguarda soprattutto quei comuni dove le imprese hanno una forte importanza per il gettito, ad esempio a Lugano dove le aziende contribuiscono nella misura di un terzo delle imposte. Non dimentichiamo che come conseguenza della riforma fiscale approvata dal Gran Consiglio, che ho sostenuto e sostengo tuttora, c’è una diretta riduzione dei gettiti delle PG anche a livello comunale. I Municipi devono far quadrare i conti ed è impossibile nel giro di un anno trovare misure di risparmio che permettano di mantenere il medesimo moltiplicatore senza tagli draconiani ai servizi erogati ai cittadini”.
Per le aziende ci sarà in ogni caso un risparmio, sottolinea Censi, citando l’esempio di Lugano dove “sebbene ci si appresti ad aumentare del 5% il moltiplicatore per le PG, le imprese pagheranno comunque il 26% in meno rispetto al 2024”. La città sul Ceresio, sottolinea il deputato, “perde circa 30 milioni di entrate con la riforma fiscale cantonale. Bellinzona, che di aziende purtroppo ne ha poche, ne perde comunque 3,5. La perdita di gettito per Lugano equivale alla metà del budget che la città riserva annualmente negli investimenti”.
Genini: “Mi sembrano decisioni frettolose”
Parla invece di eccessiva fretta nell’utilizzare il nuovo strumento fiscale la deputata Simona Genini (PLR), relatrice del rapporto contrario alla moratoria poi accolta dal Parlamento. “Non è una sorpresa, ma io avrei aspettato ad adottare questa misura, per vedere come si assesterà il gettito con l’aliquota cantonale ridotta al 5,5%. Gli amministratori comunali avranno fatto i loro calcoli, ma mi pare un’applicazione frettolosa. Anche perché le proiezioni vengono fatte su dati risalenti a periodi fiscali precedenti e quindi vanno prese con le pinze”.
L’innalzamento del moltiplicatore comunale delle PG, continua la granconsigliera, “andrà a vanificare gli sforzi fatti nel 2019 per far entrare a regime, a tappe, la nuova aliquota. L’aggravio fiscale neutralizzerebbe in parte il minore prelievo dato dal 5,5%”. Una carta calata sul tavolo con troppa fretta, dunque, secondo Genini, per la quale “sarebbe stato opportuno attendere per vedere i risultati di queste riforme fiscali. Ad esempio a Lugano, dove ci sono società a statuto speciale per le quali le imposte ora aumenteranno”.
L’esponente del PLR non crede invece che l’aggravio sulle società sia una scelta politica di comodo per non toccare nervi più sensibili, come quello del moltiplicatore del cittadino votante: “Non credo che i Municipi stiano facendo un discorso di convenienza politica, la loro è piuttosto una reazione di fronte alle finanze che vanno male”.
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Il Quotidiano 26.11.2024, 19:00