"Caro turista svizzero, tornerai?" Si intitola così la conferenza a corollario dell'assemblea annuale di HotellerieSuisse Ticino. Un titolo, un quesito, un auspicio... Chiuso definitivamente - si spera - il capitolo pandemia, che ha reso eccezionale il 2021, l'obiettivo ora è raccogliere quanti più frutti possibile
"Ci sarà probabilmente una differenza per questo 2022. – dichiara Lorenzo Pianezzi, presidente di HotellerieSuisse Ticino - Forse non raggiungeremo le cifre meravigliose del 2021 (2,9milioni di pernottamenti nel cantone) ma sarebbe bello riuscire ad arrivare a 2,6/2,7 milioni; questo ci permetterebbe di confermare una rinascita del turismo ticinese. il turista svizzero andrà al mare ma se si è trovato bene, un weekend o una gita fuori porta lo potrà trascorrere anche in Ticino”
Intanto, il 2022 è iniziato bene: 145mila pernottamenti tra gennaio e febbraio, contro i 122mila del 2019. Dopo una Pasqua che si è riconfermata un successo a pieno titolo però, il mese di maggio è iniziato in sordina
“Al momento siamo ancora nel periodo post pandemico, - dichiara Roland Galliker, direttore dell’Hotel Federale a Lugano - bloccati su un mercato svizzero tedesco, germanico molto meteodipendente. La seconda parte di maggio si prospetta in modo più positivo perché ripartono convegni ed eventi”. E all'estate si guarda con ottimismo, sia nel Sopra che nel Sottoceneri
“Ci sarà un ottimo ritorno di ospiti anglofoni. Parliamo quindi di americani. E un buon ritorno di tutto il nord Europa, parliamo quindi dell’Inghilterra e siamo molto ottimisti anche sulla Svizzera francese”, dichiara Massimiliano Ferrara direttore dell’hotel Villa Castagnola
“La galleria di alptransit ha portato tanto. Ora con SOB quest'anno la vecchia linea del Gottardo porta turismo lento fino in Ticino”, afferma invece Michele Santini direttore dell’hotel Internazionale a Bellinzona.
La strategia da perseguire ora è: attrattività 365 giorni l'anno. “Se riusciamo a destagionalizzarci, che è quello che davvero desideriamo... il Ticino sarà turistico dal mese di novembre a quello di marzo”, conclude Lorenzo Pianezzi. Solo raggiunto questo traguardo, il turismo ticinese potrà dire di avercela fatta.