I 10 giorni di congedo paternità non devono per forza essere consumati in un blocco unico e questo deve valere anche per tutti i dipendenti pubblici, compresi i docenti: se il bilancio nel privato è positivo, in Ticino l'OCST, ricevute alcune segnalazioni, puntare il dito invece contro il Cantone. Si dice pronto a ricorrere - nei singoli casi - contro la mancata concessione ai neopapà della possibilità di spezzare i giorni.
La normativa approvata dal popolo e valida in gennaio, infatti, lascia libertà ai padri di usare le due settimane previste come meglio credono nei primi sei mesi dopo la nascita del bambino. In Ticino il diritto ai 10 giorni, fra i dipendenti cantonali, era già maturato nel 2018. Gli insegnanti, però, li potevano prendere soltanto in un colpo solo, una prassi che - stando a quanto giunto all'orecchio del sindacato - non è cambiata con l'entrata in vigore della nuova legge: "Lo Stato deve allinearsi a quanto deciso a livello federale", afferma Giorgio Fonio, già autore di un'iniziativa parlamentare sul tema insieme al collega del PPD Fiorenzo Dadò.
"Per un docente lo spezzettamento non è possibile per ragioni di servizio, perché occorre prevedere un supplente che lo sostituisca", replica invece Raniero Devaux, caposezione delle risorse umane. Il Consiglio di Stato - precisa - "sta valutando se continuare su questa strada o se questa modalità in futuro possa essere rivista".
10 giorni per i papà, ma flessibili
Il Quotidiano 10.02.2021, 20:00