Ticino e Grigioni

Dopo il radar, la localizzazione del telefono

Le autorità retiche hanno adottato il provvedimento nei confronti di un automobilista incappato in un controllo della velocità - Il Tribunale cantonale: “Misura legittima e proporzionata”

  • 13 agosto, 09:09
  • 13 agosto, 11:19
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Grigioni sera del 12.08.2024: Il servizio di Patrick Colombo sulla decisione di localizzare il cellulare di un automobilista incappato in un radar

RSI Info 13.08.2024, 08:42

  • iStock
Di: Grigioni sera/Colombo/RSI Info 

Il telefonino può inchiodare alle loro responsabilità gli automobilisti dal piede troppo pesante. È quanto emerge da una recente sentenza del Tribunale cantonale dei Grigioni, che si è espresso sulla localizzazione retroattiva del cellulare di un conducente incappato in un controllo della velocità, definendola “una misura legittima e proporzionata”.

Il caso vede protagonista un anziano avvocato italofono che circa un anno fa, il 15 luglio 2023, è stato intercettato da un radar in territorio di Albula (GR). All’uomo viene contestato di aver raggiunto, dedotto il margine di tolleranza, i 110 chilometri orari sulla strada del Passo dello Julier, dove la velocità massima consentita è di 80 chilometri all’ora. Di qui l’accusa di violazione grave delle norme della circolazione stradale mossa dalla Procura retica.

Ma l’automobilista non ci sta: riconosce che il veicolo ritratto nelle immagini del radar era di sua proprietà il giorno dei controlli eseguiti dalla polizia cantonale, ma afferma di non essere la persona immortalata e di non ricordare chi fosse alla guida della vettura il 15 luglio di un anno fa. Ecco allora che alla Magistratura grigionese non è rimasto altro da fare che ordinare quella che in termini giuridici è chiamata raccolta retroattiva di dati marginali concernenti l’allacciamento di telefonia mobile. In parole povere: la localizzazione del cellulare.

La localizzazione e il ricorso

Se si tratta di definire le responsabilità di un reato, le forze dell’ordine possono dunque risalire ai movimenti di una persona usando i dati del suo telefonino, ricorrendo alla cosiddetta sorveglianza retroattiva. E questo per un periodo massimo di sei mesi antecedente la richiesta. Di qui l’ordine della Procura, datato 9 gennaio 2024, di recuperare i dati di accesso alla rete telefonica tramite l’utenza mobile dell’imputato per tutta la giornata del 15 luglio 2023.

Un provvedimento, questo, contro cui l’avvocato italofono ha presentato reclamo al Tribunale cantonale dei Grigioni. Diverse le motivazioni addotte dal legale, il quale sostiene anzitutto che non sarebbero dati i necessari gravi indizi di colpevolezza alla base della misura decisa dalla Procura. Inoltre, aggiunge, quello contestatogli non può essere reputato un reato grave tale da richiedere un provvedimento in parte lesivo della sfera privata, come il controllo dei dati telefonici. L’ordine è dunque ritenuto sproporzionato.

“Un’infrazione grave”

Il reclamo è però stato bocciato. Per i giudici del Tribunale cantonale dei Grigioni la localizzazione retroattiva del cellulare di un automobilista è una misura legittima e proporzionata. Vista la reticenza dell’imputato e la scarsa qualità dell’immagine che ritrae la persona al volante, nel caso in esame l’ausilio dei dati di localizzazione del telefono cellulare è indubbiamente prezioso.

Seppure l’accusato non sia un pirata della strada, che per di più viaggiava al di fuori dell’abitato su un collegamento largo e senza particolari insidie, per il Tribunale cantonale quella commessa di in territorio di Albula rimane comunque una violazione grave, tanto più che l’autore della stessa, al momento dello scatto del radar, stava effettuando un sorpasso.

La massima Corte cantonale riconosce comunque che, anche qualora il cellulare dell’imputato si trovasse sul luogo dell’infrazione, ciò non significherebbe che il reato sia per forza da ascrivere all’accusato stesso. Tuttavia, i giudici di merito disporranno di un indizio in più di cui tenere conto nel processo.

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