Ticino e Grigioni

DuPont Pioneer lascia il Ticino

A Manno persi 37 impieghi, oltre a un importante introito fiscale

  • 22 febbraio 2018, 20:01
  • Oggi, 02:27
I suoi uffici sono qui, al massimo fino alla fine di luglio

I suoi uffici sono qui, al massimo fino alla fine di luglio

  • rsi

Il suo nome – DuPont Pioneer – dirà forse poco ai più e la sua importanza per la regione sia dal profilo occupazionale, sia - soprattutto – da quello del gettito fiscale è forse persino sottovalutata. Eppure la Pioneer di Manno è una filiale del più grande produttore americano di semi ibridi per l'agricoltura. Un leader mondiale nella produzione, nella ricerca e nel commercio di semi, semenze e brevetti di piante nel settore agricolo e ora dopo anni - era presente al sud delle Alpi dal 2000 - ha deciso di lasciare il Ticino.

L'ha fatto con una breve comunicazione in cui si annuncia che "l'Ufficio di Manno chiuderà entro il 31 luglio". La motivazione è la volontà - citiamo - di "consolidare il business a Ginevra" dove vi è il quartier generale per l'Europa, il Medio Oriente e l'Africa. Il responsabile della comunicazione esterna ci ha detto che la partenza comporterà la perdita dell’impiego per 37 dipendenti. A loro "l’azienda intende offrire il maggior numero possibile di opportunità di ricollocamento presso la sede di Ginevra o in un altro ufficio in Europa". Ci risulta però che l’organico fosse già diminuito lo scorso anno, da quando la Pioneer aveva lasciato intendere di voler lasciare il Ticino.

All'origine della partenza dal Ticino, infatti, vi sarebbero ragioni fiscali. Da tempo la società statunitense stava discutendo con le autorità cantonali e le associazioni di categoria e aveva fatto intendere come ritenesse poco competitiva la fiscalità in Ticino. La DuPont Pioneer è uno dei principali contribuenti del Comune di Manno, si stima che il suo contributo per le casse pubbliche (comunali, cantonali, federali) sia tra i 7 e gli 8 milioni di franchi. Oltre che dal profilo occupazionale e della qualità dell'impiego, anche questa è dunque un'ulteriore ragione di rammarico.

m.h.

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