L’eliminazione di alcuni ostacoli burocratici sul cammino di chi vuole costruire in Ticino potrebbe passare anche dalla soppressione di una possibilità di ricorso contro le licenze edilizie. Attualmente ad esprimersi in prima istanza sulle centinaia di impugnative contro le decisioni dei Municipi è il Consiglio di Stato. In futuro dovrebbero essere direttamente i giudici del Tribunale amministrativo, scoraggiando la “ricorsite” e sgravando il servizio governativo.
La novità è allo studio da parte del consigliere di Stato Claudio Zali che vuole introdurla nella revisione della legge edilizia che prossimamente sarà sottoposta al Governo. Lo ha anticipato lo stesso ministro in Parlamento durante l’esame consuntivo.
Sarà, spiega il direttore del Dipartimento del territorio alle Cronache della Svizzera italiana, un ulteriore passo verso l’attesa riduzione dei tempi di evasione delle domande di costruzione e la semplificazione delle procedure. E ciò al fianco delle misure già previste come: digitalizzazione dei flussi, attribuzione ai comuni della verifica delle norme antincendio, passaggio alla procedura di notifica per la semplice sostituzione dei serramenti e responsabilizzazione del committente per lo smaltimento del materiale.
Resta ancora da risolvere il problema del prevedibile aumento della mole di lavoro per i giudici. Attualmente viene impugnato circa un terzo delle 500-600 decisioni emanate dal Governo ogni anno. In futuro i casi da trattare dai giudici potrebbero essere ben di più. Ma una soluzione Claudio Zali l’ha già adocchiata: a occuparsene potrebbero essere gli stessi funzionari attualmente a Bellinzona che andrebbero a rafforzare il Tribunale.
Diem/CSI