Ente ospedaliero alla sbarra

Il contagio da epatite C avvenuto quasi tre anni fa all'ospedale Civico di Lugano giunge a processo. Da oggi, martedì, davanti la Pretura penale di Bellinzona, l'Ente ospedaliero cantonale ticinese (EOC) è chiamato a rispondere di lesioni colpose gravi e di propagazione di malattie per negligenza poiché durante le indagini non si è riusciti a individuare un responsabile. Al banco riservato agli imputati siederà Giorgio Pellanda, in qualità di direttore dell’azienda chiamata a rispondere delle proprie responsabilità dal procuratore generale John Noseda.

Il caso esplose nel maggio 2014 quando si apprese che, nel dicembre precedente, un errore di manipolazione all’ospedale regionale di Lugano aveva infettato tre pazienti che dovevano sottoporsi a una TAC.

In aula l'EOC, difeso dall'avvocato Mattia Tonella, contesterà la gravità delle lesioni, ma soprattutto l'applicabilità dell'articolo di legge che impone alle aziende (private e pubbliche) di essere sempre in grado di fornire alla giustizia il nome di chi ha compiuto un crimine o un delitto. Un’opera di ricostruzione che nel caso specifico però non è stata possibile per, stando all’accusa, lacune nell’organizzazione interna.

In sede civile l’Ente si è già assunto le sue responsabilità nei confronti dei pazienti coinvolti. Sul piano penale, nel caso in cui venisse confermato l’impianto accusatorio, la multa potrebbe arrivare fino a un massimo di 5 milioni di franchi. Verrebbe inflitta alla persona del direttore, ma a saldarla sarebbe poi l’azienda pubblica che per la prima volta è chiamata a comparire alla sbarra.

Diem/CSI

Dal Quotidiano:

20.09.2016: EOC a processo per il contagio da epatite C

RG 08.00 del 20 settembre 2016 Il servizio di Pervin Kavakcioglu

L'inchiesta di Falò dedicata al caso Ci vuole fegato

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