Sulla demolizione dell'ex macello di Lugano servono altri accertamenti. Lo ha deciso la Corte dei reclami penali, che ha accolto il ricorso presentato dall'associazione CSOA il Molino. Il Ministero pubblico dovrà chiarire ulteriormente i fatti che portarono all'abbattimento dello stabile avvenuto la notte del 30 maggio di due anni fa.
Il procuratore generale Andrea Pagani aveva firmato un decreto d'abbandono, avendo sì individuato alcune lacune da parte della Polizia, ma non tali da ipotizzare violazioni del codice penale. Secondo gli inquirenti l'ex Macello era stato demolito "per errore", a causa di un malinteso dovuto "ad un claudicante passaggio di informazioni".
La Corte dei reclami penali ha però deciso di far riaprire le indagini, accogliendo il reclamo degli autogestiti, rappresentati dall'avvocato Costantino Castelli che aveva definito l'inchiesta "carente".
La riapertura delle indagini significa che tecnicamente ritornano indagati la municipale Karin Valenzano Rossi e il vicecomandante della polizia cantonale Lorenzo Hutter.
L'avvocato Castelli si è detto soddisfatto della decisione. Il sindaco di Lugano Michele Foletti ha preferito non esprimersi, non avendo ancora avuto modo di leggere le motivazioni del tribunale.
Nuovi accertamenti sulla demolizione dell'ex Macello
Il Quotidiano 28.06.2023, 19:00