L'accusa non ha dubbi: quello avvenuto il 24 febbraio scorso nei pressi dell’Ars Medica di Gravesano fu un tentato omicidio. Un pestaggio brutale, in più fasi, con tanto di calci e pugni alla testa. Il delirante epilogo di una serata trascorsa dai tre protagonisti, tra i fumi dell’alcol e della droga, al carnevale di Bellinzona. Il motivo? Un debito di 280 franchi, che la vittima (di 21 anni) aveva contratto con uno degli imputati.
Davanti alla Corte delle Assisi criminali di Lugano entrambi gli aggressori hanno ribadito più volte di non ricordare quanto successo. Di avere soltanto alcuni "flashback", e di essersi resi conto della gravità dell’accaduto grazie ai filmati della videosorveglianza, mostrati loro dagli inquirenti. Ma il giudice Amos Pagnamenta, ha stigmatizzato i ricordi "a geometria variabile" dei due, un 25enne e un 24enne. Quest'ultimo è stato espulso dall'aula, dopo aver ricevuto alcuni ammonimenti dalla Corte, riguardanti il suo comportamento tenuto durante il dibattimento.
"All'inizio cercai di dividere i due – ha spiegato il 25enne. Poi il 21enne minacciò di ammazzarci con la pistola. Sapevo che ne aveva una. Ebbi paura, e così cominciai a picchiarlo anch'io". Peccato – gli ha ricordato Pagnamenta – che la pistola in questione fosse un giocattolo. I due, inoltre, sono rientrati mercoledì in carcere perché, secondo una perizia psichiatrica, sussiste il rischio di recidiva. Il processo riprenderà venerdì, quando a parlare sarà la difesa. La sentenza probabilmente in serata.
QUOT./CSI/Red.MM