Il rinvio a giudizio - in Italia, nell'ambito dell'inchiesta "Pecunia olet" per reati tributari e fallimentari risalenti al 2011 - del municipale di Lugano Tiziano Galeazzi, è finito sotto la lente del Cantone. La Sezione degli enti locali ha, infatti, avviato una verifica per capire se ci sono gli estremi per una sua sospensione. Si tratta - come si dice in diritto - di un atto dovuto nell'ambito dei compiti di vigilanza che la Sezione è tenuta a esercitare nei confronti delle istituzioni locali, appunto.
"Ciò che andiamo a verificare è se vi è stato un delitto contrario alla carica pubblica. Di per sé l'apertura di un'inchiesta è sufficiente per poter promuovere una verifica di questo tipo. Ci siamo mossi tempestivamente proprio per garantire alle istituzioni e a lui medesimo, ma a chiunque come cittadino, la garanzia che alla fine l'operato del signor Galeazzi sia conforme alla dignità di un municipale", spiega il capo sezione, Marzio Della Santa.
Per un'inchiesta condotta in Svizzera, la legge ticinese prevede che sia la magistratura ad avvisare il cantone. L'esponente democentrista, però, è accusato in Italia, non in Svizzera, di riciclaggio di denaro proveniente da reati di carattere tributario e fallimentare. Inoltre qualche anno fa il Tribunale penale federale aveva già smontato il reato di riciclaggio da questa parte del confine. Un bel garbuglio.
Il sistema normalmente fa riferimento al quadro normativo elvetico, quindi in questo senso si va a verificare quali sono gli estremi della denuncia che è stata fatta e quindi dell'inchiesta che è stata aperta. Nella fattispecie il caso è un po' diverso. Bisognerà anche appurare cosa è stato fatto in Svizzera, se copre esattamente le stesse problematiche, quindi se si sovrappone all'inchiesta italiana. È tutto ancora da definire. Lo faremo con il diretto interessato sulla base della documentazione che ci fornirà", dice Marzio della Santa.
Detto in altre parole: toccherà a Galeazzi fornire gli atti agli enti locali. Per un caso - e Galeazzi l'ha sempre ribadito - risalente a 10 anni fa quando le leggi in materia bancaria erano differenti.
"Cosa significa danno alla carica pubblica, all'immagine delle istituzioni... può essere anche il sentimento comune nei confronti di quello che è stato fatto. Va detto che normalmente queste procedure e l'eventuale sospensione avvengono nel caso in cui l'agire del signor Galeazzi fosse avvenuto dopo la sua elezione. Qui siamo prima dell'elezione. Il che può lasciare anche intendere che il cittadino - siccome il signor Galeazzi non ha mai tenuto nascosta questa procedura - fosse perfettamente in chiaro di quanto stesse avvenendo e quindi, in questo senso, votandolo, automaticamente aveva accettato la situazione", sottolinea Marzio Della Santa.
Questo è uno dei parametri, ma non sarà l'unico che sarà valutato. Sulle tempistiche il capo sezione degli enti locali non si sbilancia.