I comuni grigionesi si preparano a combattere un'eventuale riduzione dei canoni d'acqua da parte delle società idroelettriche, e hanno deciso di accantonare delle risorse per una possibile campagna di voto in vista di un referendum.
La decisione di raccogliere fondi è stata approvata senza discussione e all'unanimità: dei 55-60 milioni di franchi che i comuni concedenti incassano ogni anno, per il referendum verrà messo da parte l'1,5 per mille, creando un tesoretto di 80-100’000 franchi circa.
Per i Grigioni, i canoni d'acqua rappresentano una grande fonte di introito, e per alcuni comuni sono un’entrata vitale. Da qui la volontà di opporsi ad una riduzione anche con un referendum.
La decisione di passare dalle parole ai fatti è scaturita dopo l'ultimo attacco portato ai canoni d'acqua da un'alleanza che ha visto riunite non solo le aziende energetiche ma anche l'Unione svizzera delle arti e dei mestieri, l'Associazione delle città e i consumatori. Utilizzatori finali - questi ultimi - che pagano 1,5 centesimi di canoni d'acqua sui 20 circa che è il prezzo medio della loro corrente.
RG/eb