Ticino e Grigioni

Elettricità, una soluzione c’è

I comuni retici propongono un tributo sulle riserve d'acqua per evitare il tracollo in caso di taglio dei canoni

  • 12 giugno 2017, 22:35
  • 23 novembre, 05:21
Il valore dell'acqua tra le luci (del passato) e le ombre (del presente)

Il valore dell'acqua tra le luci (del passato) e le ombre (del presente)

  • ©Ti-Press/Samuel Golay

La massiccia riduzione dei canoni d’acqua pretesa dal settore dell’energia idroelettrica per ridurre i costi di produzione è possibile senza mettere in crisi le casse dei cantoni e, soprattutto, dei paesi di montagna che dovrebbero rinunciare a circa 300 milioni di franchi.

Ne è convinta la Comunità d'interesse dei comuni concessionari grigioni che lunedì ha Coira ha presentato la sua soluzione per salvare capra (concorrenzialità dell’energia prodotta in Svizzera) e cavoli (equilibrio delle finanze locali). Si chiama: tributo per riserve obbligatorie nei laghi artificiali per fare in modo che i 75 grandi bacini artificiali garantiscano l’approvvigionamento del paese per un mese.

In pratica, i canoni d'acqua (in scadenza nel 2019) subirebbero un taglio di circa il 50% rispetto agli 1,6 centesimi al chilowattora odierni. In compenso verrebbe introdotta una nuova tassa di 1,5 cts. da ridistribuire tramite Swissgrid, la società nazionale che amministra la rete elettrica.

Il peso dei canoni d’acqua

I canoni d’acqua sono importantissimi per i cantoni e i comuni svizzeri che hanno concesso alle aziende elettriche la possibilità di sfruttare la propria forza idrica. Attualmente garantiscono entrate per 550 milioni di franchi di cui 55 al Ticino e circa 120 ai Grigioni. L’associazione svizzera di economia delle acque e le grandi imprese elettriche pretendono un taglio di oltre il 60% per ridare un po’ di concorrenzialità alla produzione idroelettrica svizzera che ora ha costi di produzione superiori a quelli del mercato internazionale. Senza forme di compensazione una riduzione di tali proporzioni metterebbe in serie difficoltà numerosi comuni. Nei Grigioni diversi paesi grazie ai canoni d’acqua incassano molto di più che con le imposte. Il record spetta a Ferrera dove i primi sono il 634% delle seconde. Ma a subire pesanti conseguenze ci sarebbero, per esempio, anche Buseno (333%) e Rossa (126%). Ma a essere toccati sarebbero anche diversi comuni ticinesi dove gli incassi dei canoni d'acqua vengono ripartiti tramite i contributi di localizzazione geografica, come stabilito nell'ambito dell'accordo sull'iniziativa di Frasco.

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