Nel Gran Consiglio grigionese due partiti da soli hanno la maggioranza assoluta dei 120 seggi. Si tratta dei Liberali radicali (PLR) con 36 deputati e dei Popolari democratici (PDC) con 30 rappresentanti. Politicamente vicini sono i Borghesi democratici (PBD) che, con i loro 23 seggi, sono il terzo gruppo per importanza. La politica nei Grigioni la fa quindi il centro-destra. Ma con il nuovo sistema, gli equilibri potrebbero cambiare, anche se il condizionale è d’obbligo.
Nessuno osa esporsi, facendo dei calcoli su come potrebbe presentarsi la futura costellazione politica, ma noi vi presentiamo tre scenari possibili:
Il trionfo del proporzionale
Il nuovo sistema elettorale attribuisce i seggi secondo la rispettiva forza dei partiti a livello cantonale. L’UDC potrebbe approfittarne a piene mani, perché è la forza politica più sfavorita dal sistema attuale: mentre alle federali del 2019 è risultato il primo partito, raggiungendo oltre il 29% dei consensi, in Gran Consiglio deve accontentarsi di 9 seggi su 120, pari al 7,5%. Al contrario, il PLR ha attualmente 36 rappresentanti a Coira, ovvero il 30% dei seggi, mentre alle elezioni nazionali ha raggiunto solo il 12,7% dei consensi. Il seggio andato alla liberale bregagliotta Anna Giacometti è dovuto alla congiunzione delle varie liste borghesi e al suo risultato personale, non al risultato elettorale ottenuto dal suo partito.
Voci del Grigioni Italiano del 14.05.21 - Edizione incentrata sulla votazione cantonale legata al sistema d'elezione del Gran Consiglio
RSI Info 17.05.2021, 00:18
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Con il nuovo sistema biproporzionale i giochi si fanno ancora nei 39 circoli storici, ma i 120 seggi vanno distribuiti secondo i risultati dei partiti a livello cantonale. La clausola maggioritaria prevede che in ogni circoscrizione, la candidata o il candidato con il maggior numero di preferenze venga eletto automaticamente, ma gli altri 71 seggi vanno a riequilibrare la presenza delle singole forze presenti. Anche se i mandati diretti andranno in gran parte ai partiti storici, la ridistribuzione degli altri seggi fa ben sperare chi ora è sottorappresentato.
Il maggiore potenziale per una spettacolare rimonta ce l’ha, appunto, l’UDC, che potrebbe scalzare tutti. Anche per i partiti minori c’è, però, margine di miglioramento: si tratta anzitutto dei Verdi e dei Verdi liberali. E forse ci sarà spazio anche per qualche sorpresa, come spera l’indipendente Nicoletta Noi-Togni, che pensa già a una lista di sole donne da presentare in ogni circolo, come già avvenuto in Ticino. Sono molti quelli che sognano un Gran Consiglio più vicino alla varietà politica del cantone.
La rivincita del centro
Per avvalersi appieno dei vantaggi del proporzionale bisogna mobilitare il proprio elettorato in tutto il cantone. I partiti devono quindi presentare una lista completa in ognuno dei 39 circoli elettorali. Per nessun partito grigionese sarà, però, facile trovare 120 candidate e candidati. Nei circoli più piccoli, come quello di Calanca, già trovare un papabile per il seggio garantito non è semplice. Tanto che raramente nei 19 circoli uninominali c’è una vera contesa.
I partiti meglio organizzati e con una presenza capillare sul territorio sono quindi favoriti. Le carte migliori le hanno di conseguenza il PLR e il PDC e il PBD. Anzi: ad approfittarne di più potrebbe essere addirittura il PDC, l’unica forza che si è opposta alla riforma. Questo perché a livello nazionale il partito è ormai diventato Alleanza di centro e, anche nei Grigioni, sta trattando con il PBD per una fusione. Il PDC è forte nelle vallate tradizionalmente cattoliche, il PBD nelle vallate prevalentemente protestanti. Insieme potrebbero avere le carte migliori per mantenere le posizioni. Cambiare tutto per non cambiare niente? Un’opzione da non sottovalutare.
La via di mezzo
Il sistema elettorale proposto ha due elementi che rappresentano un’incognita. Da un canto c’è lo sbarramento del 3% che sfavorisce le formazioni minori. Concretamente, le due formazioni ecologiste, i Verdi e i Verdi liberali, potrebbero trovarsi nella situazione di non riuscire a raccogliere il loro potenziale elettorale, se non dovessero riuscire a presentare una lista in un numero sufficiente di circoli. Le liste che complessivamente non raggiungono la soglia minima, non hanno infatti diritto a una loro presenza in Parlamento anche se, come nel caso delle forze ecologiste, hanno un peso specifico nella regione di Coira. A complicare le previsioni si aggiunge l’arrotondamento automatico dei risultati nel calcolo dei seggi.
Il secondo elemento è l’assenza delle congiunzioni di lista. Alle elezioni nazionali, gli ecologisti si sono alleati ai socialisti. Questo ha permesso di inviare due esponenti del PS a Berna. Se il fronte rosso-verde non riuscisse a raggiungere un’intesa con una lista comune, ad approfittarne sarebbero gli altri. Quindi l’erosione dell’attuale solida maggioranza di centro-destra risulterebbe contenuta. Solo l’UDC avanzerebbe, senza però cambiare in modo sostanziale gli equilibri all’interno del Gran Consiglio.
Daniele Papacella