La gestione dell'emergenza sanitaria, nella sua fase più acuta, è costata al canton Ticino 125 milioni di franchi. La cifra - finora sconosciuta - è contenuta nel messaggio Covid-19, che il Consiglio di Stato ha presentato oggi (venerdì).
Lo stato di necessità - decretato a inizio marzo (e fino al 30 giugno) - ha dato diritto al Governo di decidere le misure per fronteggiare l'emergenza (e il denaro necessario) senza l'approvazione del Parlamento. Adesso però - lo prevede la legge - il Consiglio di stato deve rendere conto del proprio operato davanti al Gran Consiglio.
Venendo ai costi (i 125 milioni di franchi già certi): 8 milioni e mezzo sono serviti (in gran parte) a finanziare le attività dello stato maggiore cantonale di condotta (che ha gestito la fase più acuta della pandemia) e per garantire i servizi dell'amministrazione cantonale. La maggior parte del denaro - si legge nel documento - è servito ad acquistare materiale sanitario, mascherine, gel disinfettanti, ventilatori, materiale che mancava nei reparti di cure intense. Il Cantone ha poi versato altri 8 milioni e mezzo agli ospedali in crisi di liquidità e ha rinunciato ad incassare altri 108 milioni (aver deciso di non introdurre la tassa di collegamento retroattivamente è un esempio).
Un altro grande capitolo è quello dell'impatto della crisi sanitaria sul settore ospedaliero e socio sanitario. Difficile capire, per ora, in che misura peserà esattamente sulle casse cantonali. Il settore ospedaliero (ma si tratta di stime) dovrebbe aver speso circa 50 milioni di franchi in più a causa della pandemia; il settore socio-sanitario attorno ai 13 milioni. C'è infine il capitolo "misure a sostegno di famiglie, imprese e settori particolari", come la cultura. Qui la cifra ha uno zero in più. Stiamo parlando di oltre mezzo miliardo di franchi che lo Stato, però, punta a recuperare (almeno in gran parte) negli anni a venire.
Il Parlamento, che ora ha un documento sul quale basarsi per valutare l'agire del Consiglio di Stato, dovrà esprimersi su queste cifre e più in generale sull'istituzione dello stato d'emergenza. Una prima lettura verrà fatta in Commissione della gestione. Il presidente è il liberale radicale Matteo Quadranti. La discussione nel dettaglio - in Parlamento - è prevista entro fine anno.
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