Ticino e Grigioni

Il Ticino ha detto sì alla riforma fiscale

È stata approvata da quasi il 57% dei votanti – Palazzo di giustizia: “no” deciso all’acquisto dello stabile EFG; cassa pensioni dei dipendenti pubblici: misure di compensazione accettate di misura

  • 9 giugno, 15:37
  • 9 giugno, 20:34
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All’orizzonte c’è anche uno sciopero dei dipendenti pubblici, confermato alla RSI da Giulia Petralli, deputata dei Verdi e sindacalista del VPOD

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Di: RSI Info

Due “sì” e un “no”: è il risultato scaturito questa domenica dalle urne in merito alle votazioni cantonali ticinesi. La maggioranza della popolazione ha approvato con quasi il 57% dei voti (il 56,89%, per l’esattezza) alla riforma fiscale che prevede - tra le varie misure - una riduzione dell’aliquota per le persone con reddito superiore ai 300’000 franchi. La misura (approvata dal Parlamento) era sostenuta dalla destra in difesa delle concorrenzialità fiscale, ma invisa dai partiti di sinistra che per questo avevano lanciato il referendum.

Maggioranza, ma molto più risicata, anche per quanto concerne le misure di compensazione per le rendite pensionistiche dei dipendenti pubblici: i voti favorevoli sono stati il 50,60% a fronte di un 49,40% di “no”. Al referendum si era arrivati dopo che il Consiglio d’amministrazione dell’Istituto di previdenza del Canton Ticino (IPCT) aveva deciso di diminuire il tasso di conversione dal 6,17% al 5,25%. Un taglio alle pensioni che aveva portato il Gran Consiglio ad accogliere una serie di misure di compensazione per attenuare l’impatto della manovra. Misure che non sono piaciute alla destra del Parlamento, che è riuscita – tramite voto – a far scattare il referendum finanziario obbligatorio.

Infine, in Ticino il popolo ha detto “no”, è in maniera piuttosto decisa, all’acquisto dello stabile EFG che il Cantone avrebbe voluto operare, per creare a Lugano una “Cittadella della Giustizia”. Un acquisto che sarebbe costato 76 milioni di franchi. Per i favorevoli, l’investimento era necessario per dotare il potere giudiziario di spazi adeguati; per i contrari – che l’hanno spuntata oggi con il 59,47% dei voti – era invece troppo costoso. Anche in questo caso si è arrivati alle urne poiché i parlamentari hanno indetto un referendum finanziario.

La partecipazione al voto è stata di poco superiore al 49%.

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Lo stabile EFG a Lugano che il Cantone avrebbe voluto acquistare

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Il commento del Governo

Poco dopo la pubblicazione dei risultati, ha preso posizione anche il Consiglio di Stato ticinese.

Il Governo ha accolto con favore l’accettazione delle misure di compensazione per l’IPCT (“sarà così possibile introdurre misure di compensazione per controbilanciare la futura riduzione dei tassi di conversione” ed evitare una riduzione delle rendite “per i futuri pensionati che avrebbe gradualmente potuto raggiungere un massimo del 15%”).

Salutata positivamente (e non poteva essere altrimenti da parte dell’Esecutivo) anche l’accettazione della riforma fiscale. Sul “no” all’acquisto dello stabile EFG a Lugano, invece, il Governo ha dichiarato: “La mancata approvazione di questo progetto imporrà ora la ricerca di soluzioni alternative, ciò che richiederà del tempo”. Verranno quindi avviate analisi per chiarire il miglior modo di procedere, tenendo conto “dell’esigenza di ristrutturare l’attuale vetusto Palazzo di giustizia a Lugano, le cui dimensioni non sono da tempo sufficienti per ospitare le autorità giudiziarie che per legge hanno sede a Lugano”.

Domenica alle urne

Telegiornale 09.06.2024, 12:30

  • Lugano
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