In Ticino, oggi, si contano 113 uffici postali. Applicando i criteri di valutazione della Posta e le basi legali in vigore, Syndicom è giunto alla conclusione, anticipata da laRegione mercoledì, che potrebbero sparire nei prossimi anni fino 94 sportelli, 12 dei quali nel solo Mendrisiotto.
“Entro il 2020 in Svizzera si passerà dagli attuali 1'400 a non più di 900 uffici. Una dieta dimagrante che non risparmierà il personale, che sarà ridotto di 1'200 unità”, ricorda il sindacalista Marco Forte, raggiunto telefonicamente dalla RSI.
“Abbiamo chiesto all’ex regia federale di poter conoscere per tempo il piano dei tagli che intende attuare a sud delle Alpi: nulla. Di fronte a questo muro, abbiamo cercato di delineare lo scenario che potrebbe verificarsi sul fronte dell’offerta nel cantone, sempre più a rischio. Scenario molto realistico, che potrebbe concretizzarsi più velocemente di quel che si pensi”, denuncia Forte.
Uffici postali a rischio, secondo Syndicom (clicca sull'immagine per ingrandirla)
"Attenzione alla disinformazione"
Pronta la replica della Posta che, attraverso Alex Malinverno, precisa: “È solo disinformazione, il sindacato dipinge uno scenario apocalittico che in realtà non esiste. Vengono pubblicate cifre e numeri senza senso. Nel suo elenco Syndicom cita sportelli a rischio, che in realtà sono stati ristrutturati o addirittura potenziati recentemente. Tra questi figura quello di Tenero da poco inaugurato, quello di Maggia, che verrà aperto in febbraio o quello di Stabio, che apriremo il prossimo mese di marzo”.
“Quanto ventilato dalle parti sociali non fa altro che disorientare le amministrazioni comunali, i nostri clienti e, non da ultimo, il nostri dipendenti”, denuncia ancora il portavoce del gigante giallo, che aggiunge: “Non escludo che in futuro dovremo rivedere la nostra presenza sul territorio, ma di sicuro non sarà nei numeri e nei termini denunciati dal sindacato. Ogni chiusura viene discussa e affrontata preventivamente con i comuni e gli enti direttamente toccati. È bene ricordare che, se un ufficio postale viene trasformato o chiuso, il servizio universale è sempre garantito. A tal proposito, un incontro con il Governo ticinese è previsto per il prossimo mese di marzo”.
Autorità ticinesi preoccupate
Autorità ticinesi preoccupate
Non si è fatta attendere la presa di posizione delle autorità. Sia il Consiglio di Stato ticinese, sia l’Associazione dei comuni ticinesi, hanno manifestato il loro disappunto giovedì per la possibile chiusura di sportelli. Il Governo ha inoltrato all’ex regia federale le sue considerazioni, mentre il presidente dell’ACT, raggiunto telefonicamente dalla RSI, ha dichiarato: “La questione è di stretta attualità e verrà affrontata nel corso della nostra prossima riunione, prevista per inizio marzo”.
“A titolo personale, non posso che esprimere il mio timore e disappunto per quanto pubblicato sul foglio bellinzonese. Sono preoccupato, in particolar modo, per la soppressione del servizio pubblico, che ritengo debba essere garantito su tutto il territorio, anche se in forme diverse dalle attuali”, sottolinea Riccardo Calastri, che aggiunge: “Credo sia meglio poter beneficiare di un servizio postale nella cancelleria di un comune, aperta tutto il giorno, che attraverso uno sportello ufficiale, in funzione solo pochi minuti al giorno…”.
bin
DAL QUOT:
Chiusure uffici postali da rivedere per il Governo
Il Quotidiano 02.02.2017, 20:00