Ticino e Grigioni

Il pane sarà più trasparente

Scatta il 1° febbraio l’obbligo di indicare la provenienza dei prodotti da forno freschi: “Un vantaggio per tutta la filiera”

  • 29 gennaio, 20:21
  • 30 gennaio, 08:18

Dove è stato prodotto il pane?

Il Quotidiano 29.01.2024, 19:00

  • Keystone
Di: Quotidiano/RSI Info

Dichiarare per iscritto, e non più solo verbalmente, la provenienza di tutti i prodotti da forno freschi. È quanto prevede, dal prossimo 1° febbraio, la nuova regolamentazione dell’Ufficio federale della sicurezza alimentare e veterinaria (USAV). Per i consumatori sarà pertanto più facile riconoscere il Paese di produzione di michette, cornetti e altri prodotti analoghi.

L’entrata in vigore ufficiale è fissata per il 1° febbraio 2025. Quindi quello che scatta nei prossimi giorni è un periodo di transizione per l’attuazione della norma.

Fatto sta che la novità fa felici le associazioni di categoria, che da tempo la richiedevano. “Porta vantaggi a tutta la filiera, dai mulini ai produttori di farina e a chi la trasforma. E soprattutto permette di essere chiari nella produzione del pane” afferma ai microfoni della RSI Daniel Ricigliano della Società Mastri Panettieri Pasticcieri della Svizzera italiana.

Panetterie, negozi, ristoranti, tutti coloro che vendono pane o prodotti da forno dovranno quindi adeguarsi. Il cliente deve poter riconoscere la provenienza del prodotto che consuma. Si tratta dunque anche di adattare le carte dei ristoranti. “Per noi non è un problema - dice Eugenio Belfiore, chef del ristorante Ai Giardini di Sassa - abbiamo delle carte stagionali, che cambiamo ogni tre mesi. E nella pagina dedicata alla provenienza dei prodotti aggiungeremo anche il pane”.

È previsto, come detto, un periodo di transizione. Un periodo in cui le varie associazioni possono anche creare un logo che gli associati avranno la possibilità di esporre per indicare la presenza di pane svizzero, come spiega Ricigliano.

Per provenienza si intende il luogo dove il pane viene impastato e poi cotto o precotto. E non sempre coincidono. Lo conferma Ricigliano: “È questo il nocciolo della questione: c’è chi compra pane congelato dall’estero, poi lo cuoce nel proprio negozio e lo vende per pane fresco. È un po’ ingannevole. Il consumatore deve essere consapevole di quello che sta comprando”.

E sono sempre di più i ristoranti e gli esercizi che puntano su un pane interamente locale. “Credo sia giusto che il cliente sappia cosa sta mangiando e da dove provengono i prodotti” conclude lo chef Belfiore.

Valori massimi di PFAS

La revisione introduce inoltre valori massimi per i residui di PFAS nelle derrate alimentari, che corrispondono ai livelli massimi dell’Unione europea e si applicano a uova, carne, alcune specie di pesce, crostacei e molluschi bivalvi.

Si tratta di sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS), un gruppo di prodotti chimici difficilmente degradabili che a causa del loro uso diffuso, ad esempio nelle materie plastiche, negli indumenti da pioggia o nelle schiume antincendio, possono finire nell’ambiente e quindi nella catena alimentare, spiega la Confederazione.

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