Le tariffe di giornaliere e abbonamenti per gli impianti di risalita ticinesi sono destinate ad aumentare durante la prossima stagione invernale per far fronte alla crescita del prezzo dell’energia, confermano alla RSI gli addetti ai lavori. L'estate che volge al termine, complice il bel tempo e le alte temperature, è stata positiva per buon parte delle principali stazioni ma già si pensa all’inverno: a preoccupare i gestori, ora come ora, non è solo la possibile mancanza di neve, che ha caratterizzato la stagione 2021/22, ma soprattutto il rincaro del prezzo di elettricità e combustibili e i possibili problemi legati alla paventata penuria energetica.
L’incremento dei costi è quindi sul tavolo e per Luca Müller, direttore operativo della Nuova Carì SAGL, la strada è tracciata: “Le nostre tariffe aumenteranno sicuramente anche se non sappiamo ancora di quanto – spiega –. Siamo in una fase di consultazione interna, poi ne discuteremo con i partner della Leventina Card, se ne saprà qualcosa in più a fine settembre”. Anche la parte legata alla ristorazione, aggiunge, subirà un rincaro.
Sulla stessa linea la società Amici del Nara SA, che gestisce gli impianti in Valle di Blenio. "Cercheremo di aumentare i prezzi il meno possibile, ma i costi sono aumentati ed è un dato di fatto che dovremo adeguare il prezzo di giornaliere e stagionali", sottolinea Matteo Milani, presidente del consiglio di amministrazione, secondo cui si tratta però di una necessità e non "di cavalcare l'onda dei rincari per arrotondare". La decisione finale verrà presa nelle prossime settimane.
Giovanni Frapolli, proprietario degli impianti di Bosco Gurin, auspica per parte a breve una riunione fra i responsabili delle stazioni principali: “Bisognerà decidere tutti insieme; serve una decisione comune per evitare il conflitto e per fa sì che non tutto vada a scatafascio”.
Adeguamenti inevitabili anche ad Airolo-Pesciüm, conferma il direttore di Valbianca SA Simone Beffa: "La cifra per ora non è quantificabile, anche perché da noi vige il sistema dei prezzi dinamici".
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Estate, risultati eterogenei
Per quanto riguarda i mesi caldi, a Carì i numeri sono stati migliori di quelli del 2019, ultimo anno senza Covid-19; si parla inoltre di un 20% di passaggi in più rispetto al 2021. Numeri che tuttavia tamponano solo in parte i risultati negativi di un inverno, lo scorso, caratterizzato da una cronica mancanza di precipitazioni. “Siamo prevalentemente una stazione invernale – spiega Luca Müller – l’estate per noi vale solo il 10% della cifra d’affari complessiva ma stiamo lavorando per proporre qualcosa di nuovo e avviare il processo di destagionalizzazione”.
Destagionalizzazione dà invece i suoi frutti in alta Valle Maggia. Frapolli non fornisce ancora cifre esatte ma conferma che i mesi estivi a Bosco Gurin sono stati positivi: “Si può parlare di un’ottima stagione”. Qui, inoltre, dopo un cantiere durato tre anni e un investimento di 2 milioni di franchi, la nuova slittovia è pienamente operativa e questo, ma non solo, permetterà di anticipare l’apertura e posticipare sempre più la chiusura della stagione estiva. “Bisogna puntare sui grandi progetti per attirare i visitatori”, sostiene Frapolli.
Airolo per parte sua non può che sorridere: la stagione, spiega Beffa, "sta andando bene" (il termine qui è fissato a inizio ottobre) e rispetto al 2021 i passaggi sono cresciuti del 16%. Qui, in Alta Leventina, l'estate vale il 17% del fatturato annuale, una cifra destinata ad aumentare, anche grazie al fatto di puntare molto sui percorsi costruiti appositamente per ciclisti in mountain bike, che quest'anno rappresentano il 27% dei passaggi.
Airolo come altre stazioni puntano sempre più sulle mountain bike
Quello di chi guida i “rampichini” è un settore sul quale stanno investendo gli impianti di tutta la Svizzera, Nara compreso. La stagione agli sgoccioli, tuttavia, ha un sapore agrodolce per la stazione bleniese: "L'afflusso generale è stato fiacco fino a metà luglio, poi c'è stato un risveglio - afferma Matteo Milani -. Da quel momento i numeri sono diventati un po' più importanti, ma abbiamo perso un 10% rispetto all'estate 2019 e un 40% rispetto al 2021". Un problema, se si pensa che per il Nara l'estate vale circa il 20% del fatturato e che la società è reduce da un inverno disastroso a causa della siccità. "Anche noi lavoriamo alla destagionalizzazione, ma l'inverno resta un riferimento: speriamo di fare di nuovo una buona campagna abbonamenti. Abbiamo bisogno che la gente ci sostenga, così da tenere "accesa la montagna", se la stazione chiudesse sarebbe un danno enorme", conclude.
Deficit energetico, che fare?
Da più parti si inizia inoltre a parlare di timori per possibili blackout nei prossimi mesi. Fatto che potrebbe far scattare un contingentamento dell’elettricità. Le misure che potrebbero essere varate in questo caso non sono chiare ma per quanto riguarda gli impianti di risalita, l’associazione mantello Funivie svizzera è già al lavoro. “Attendiamo indicazioni – sottolinea Luca Müller di Nuova Carì SAGL – per il momento ci hanno anticipato che potrebbero esserci blocchi per quanto riguarda la neve programmata, ma in generale se la carenza di elettricità dovesse concretizzarsi, tutto il settore del tempo libero potrebbe essere toccato”. Un po’ come è capitato col Covid, si attendono dunque indicazioni e se servirà prescrizioni concrete da parte della Confederazione.
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